Fare la guerra alla Svizzera

“Noi saremo neutrali, come gli Svizzeri!” dice Totò nel film Destinazione Piovarolo. La neutralità dei cantoni, oggi, è uno stereotipo che sembra non poter essere scalfito da nulla. Durante i grandi conflitti del XX secolo la Confederazione Elvetica si è sempre mantenuta neutrale, non fa parte della NATO né dell’Unione Europea ed è entrata nelle Nazioni Unite solo nel 2002.

Eppure, nel corso della storia, uomini provenienti dalle valli elvetiche hanno combattuto in molti conflitti, anche in altri paesi d’Europa.


Il mito fondativo della Confederazione elvetica racconta del giuramento di alcuni uomini liberi appartenenti ai cantoni di Uri e Svitto, sul prato del Grütli, guidati dal famoso Guglielmo Tell, un pastore che con la sua ribellione ha indicato la strada della libertà a tutti gli Svizzeri.


La realtà è più complessa: i territori in questione godevano da tempo dell’immediatezza imperiale, ovvero la dipendenza diretta dalla corona. Questo è dovuto alla presenza di importanti vie di comunicazione che attraverso i passi montani, in particolare il San Gottardo, collegavano il nord al sud delle Alpi. Per difendersi dalle pretese asburgiche l’Imperatore incoraggiò un’alleanza tra questi territori. L’ascesa degli Asburgo al trono imperiale sarà un motivo di ulteriore accelerazione per la formazione di una lega. Nonostante sul patto non sia riportata alcuna data, il primo giorno di agosto è adottato come festa nazionale in ricordo della firma del trattato.


Fin dalle sue origini, la lega dei Cantoni stabilita nel 1291 ha dovuto combattere per difendersi dalle pretese imperiali. La vittoria alla gola del Morgarten del 15 novembre 1315 è un crocevia fondamentale per la Confederazione, che distrusse le mire imperiali sul Gottardo. I due secoli successivi vedranno crescere la reputazione militare dei Cantoni. Gli Asburgo vengono cacciati dal paese e l’imperatore Massimiliano venne sconfitto in varie battaglie. Nel 1499 viene firmata la pace di Basilea e la lega dei Cantoni divenne di fatto indipendente tanto che Machiavelli scriverà: “svizzeri armatissimi e liberissimi”. La piccola confederazione di cantoni non stava dunque a guardare in caso di conflitti, impegnandosi in prima linea in moltissime guerre europee.

La guerra tra l’Impero e Francesco I di Francia fu un momento decisivo per la strategia militare della piccola federazione. Fino a quel momento essa era stata impegnata in prima persona in campagne militari e in alleanze, ora da parte imperiale, ora nel campo avverso. Il 13 settembre 1515 i contingenti svizzeri si trovano presso Marignano, pronti a dare battaglia alle armate francesi. I cantoni di Berna, Friburgo, Soletta, Bienne e il Vallese ritirano i loro uomini e contro l’esercito di Francesco I rimangono solo poche centinaia di fanti che vengono sconfitti.


Il gran numero di uomini persi e le divisioni interne alla confederazione resero impossibile una rivincita militare contro l’esercito francese. Battuti sul campo gli svizzeri furono costretti a chiedere un trattato che anche Francesco I premeva per ottenere, in quanto temeva un’eventuale ripresa della forza militare nemica.


L’anno successivo, con la pace di Friburgo, i Cantoni ricevettero alcune valli italiane ed il Ticino, ma persero Milano per sempre. Con questo trattato finì la prima fase di espansione delle leghe tra Cantoni e, subito dopo, la riforma avrebbe aggiunto nuovi motivi di contrasto tra Cattolici e Riformati, obbligando di fatto la piccola confederazione ad una neutralità internazionale che più che conquistata è subita. 


Da questo momento gli unici conflitti che si combatteranno sul suolo elvetico saranno quelli per tentare di diffondere le riforme delle chiese.


Per gli svizzeri inizia un lungo periodo di guerre mercenarie. Da questo momento infatti gli uomini delle valli alpine sarebbero andati a costituire contingenti che avrebbero combattuto per regni e principi stranieri.


Tutto ciò non fermò la paura che le nazioni europee del tempo avevano delle milizie dei Cantoni, sempre temute e ricercate per i propri eserciti. In conclusione si può dire che il mito della neutralità svizzera è un’idea contemporanea, nata negli anni delle due guerre mondiali quando, pur schierando il proprio esercito lungo i confini, la Confederazione elvetica non parteggiò per nessuno dei Contendenti. Nel corso della storia, però, molte e sanguinose sono state le battaglie combattute dagli svizzeri, dentro e fuori dal territorio confederato.

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