Boccaccio Boccaccino, Cremona riscopre il “pittore raro” del Rinascimento

Al Museo Diocesano la prima grande mostra monografica celebra un maestro che seppe intrecciare la lezione di Leonardo e Giorgione con la sensibilità padana

Cinque secoli dopo la sua scomparsa, Cremona dedica a Boccaccio Boccaccino la prima mostra monografica. Dal 10 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026 il Museo Diocesano ospita un percorso unico, che riunisce opere provenienti da importanti musei italiani e da collezioni private. È un’occasione per scoprire da vicino un artista che Giorgio Vasari descrisse come “raro ed eccellente”.

Un viaggio attraverso l’Italia del Rinascimento

Il percorso espositivo conduce il visitatore tra Ferrara, Genova, Milano, Venezia, Roma e Cremona. Dipinti e pale d’altare ripercorrono la carriera di un pittore capace di fondere la lezione di Leonardo con la poesia luminosa di Giorgione. Il punto di arrivo è il ciclo affrescato nella navata centrale del Duomo di Cremona, considerato la sua impresa più straordinaria.

Il cuore della mostra al Museo Diocesano

Il nucleo centrale dell’esposizione ruota attorno all’ultima acquisizione del museo: un frammento di pala proveniente da San Pietro al Po, considerata l’ultima opera dell’artista. Accanto a questa, spiccano la celebre Annunciazione Ludovisi, la Crocifissione e la Sacra Famiglia con Maria Maddalena, a testimonianza della maturità del maestro cremonese.

Prestiti prestigiosi e capolavori rivelati

Grazie alla collaborazione con istituzioni come le Gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, il Museo Correr e la Galleria Estense, la mostra presenta capolavori che documentano le diverse fasi della carriera di Boccaccino. Tra le opere più emblematiche, l’Adorazione dei pastori della Galleria Estense, con chiari richiami a Giorgione, e la Zingarella degli Uffizi, divenuta icona del suo periodo veneziano.

Un ritratto inedito

L’esposizione si arricchisce con il Ritratto di gentiluomo, mai esposto prima e unico esempio noto della sua produzione ritrattistica. Quest’opera, insieme al frammento della cosiddetta pala Fodri, testimonia la capacità di Boccaccino di aggiornarsi alle novità introdotte da maestri come Romanino e Altobello Melone, mantenendo un ruolo di primo piano nel panorama artistico padano.

Un artista tra natura e artificio

Visitando la mostra, il pubblico percepisce la tensione costante del pittore tra natura e artificio, spiritualità e quotidiano, tradizione e innovazione. Le sue opere diventano pelle e materia, corpo e colore, e restituiscono ancora oggi l’intensità di un linguaggio visivo capace di superare i secoli.

Un Rinascimento che parla al presente

Con questa esposizione, Cremona non celebra solo un anniversario, ma restituisce visibilità e dignità a un maestro che seppe guardare lontano, arricchendo la cultura figurativa del Rinascimento con una voce originale. Un pittore che ci invita, ancora una volta, a contemplare la bellezza come un dialogo senza tempo.
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