A Torino il dialogo tra due giganti veneziani: Vedova e Tintoretto in mostra a Palazzo Madama

Dal 19 settembre 2025 al 12 gennaio 2026 un percorso unico mette in relazione il maestro rinascimentale e l’artista informale

Due secoli e due linguaggi artistici distanti, ma uniti da un filo rosso di visioni, suggestioni e tensioni creative. Dal 19 settembre 2025 al 12 gennaio 2026, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino ospita la mostra “Vedova Tintoretto. In dialogo”, un progetto ideato in collaborazione con la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia. Il percorso espositivo, allestito nell’Aula del Senato del Regno d’Italia, mette a confronto Jacomo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594) ed Emilio Vedova (1919-2006), tra i massimi interpreti della pittura veneziana delle rispettive epoche. L’esposizione propone un dialogo serrato tra i due artisti, esaltando la forza di un legame che attraversa secoli di storia e che ha segnato in profondità la formazione di Vedova.

Capolavori a confronto

Fulcro dell’esposizione sarà l’Autoritratto del 1588 di Tintoretto, eccezionalmente in prestito dal Musée du Louvre, considerato non solo un modello iconografico ma anche un riferimento poetico e concettuale per generazioni di artisti, da Edouard Manet a Jean-Paul Sartre. Accanto a questa tela, i visitatori potranno ammirare una cinquantina di opere tra cui le ancone dei Camerlenghi, provenienti dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e alcuni lavori del ciclo delle Metamorfosi, custoditi alle Gallerie Estensi di Modena.

Il percorso di Vedova

Il dialogo con Tintoretto si sviluppa attraverso l’evoluzione artistica di Vedova: dai disegni giovanili del 1936 alle tele degli anni Quaranta e Cinquanta ispirate a opere del maestro, come La Moltiplicazione dei pani e dei pesci (da Tintoretto) (1942), La Crocifissione (da Tintoretto) (1947) e Studio da Sogno di San Marco di Tintoretto (1956). Il percorso si completa con lavori degli anni Ottanta e culmina nella monumentale installazione …in continuum, compenetrazione/traslati ’87/’88, oltre cento tele assemblate in una struttura che dialoga con la verticalità della sala, testimonianza della tensione visionaria che accompagnò l’artista fino alla maturità.

Un’identificazione profonda

«Tintoretto è stato una mia identificazionedichiarava Emilio Vedovaquella regia a ritmi sincopati e cruenti, magmatici di energie e di passioni…». Una dichiarazione che sintetizza lo spirito della mostra: un viaggio in cui la modernità di Vedova incontra l’impeto rinascimentale di Tintoretto, offrendo al pubblico l’occasione di riscoprire due grandi protagonisti dell’arte attraverso un dialogo senza tempo.
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