“Ne uccide più la gola che la sciarpa”: l’autobiografia scanzonata e profonda di Renato Pozzetto

L’autobiografia Ne uccide più la gola che la sciarpa racconta con ironia e delicatezza la vita di Renato Pozzetto, dagli anni dell’infanzia a Gemonio fino alla carriera nel mondo dello spettacolo. Tra ricordi, incontri e aneddoti, emerge il ritratto sincero di un’Italia che cambia e di un artista che ha fatto della comicità uno stile di vita.

Ne uccide più la gola che la sciarpa è l’autobiografia di Renato Pozzetto, pubblicata nel 2024, e rappresenta molto più di una raccolta di ricordi: è una dichiarazione d’amore per la vita, per la Milano che cambia e per il mondo dello spettacolo italiano del dopoguerra. Il titolo, ironico e ammiccante, racchiude l’essenza del libro: una narrazione schietta, spiritosa, nostalgica, attraversata da un tono confidenziale che rievoca i racconti attorno al tavolo, tra amici. Pozzetto si mette a nudo, con la voce di chi ha vissuto tutto e vuole ricordarlo senza enfasi, ma con sguardo lucido, ironico e affettuoso. Il libro scorre come una lunga chiacchierata piena di volti, luoghi e battute, mantenendo uno stile semplice ma evocativo, sospeso tra memoria personale e racconto collettivo.

Una nascita tra luce e umidità
L’inizio della storia è poetico nella sua semplicità: Pozzetto rievoca il momento della nascita come una scena teatrale, con il buio, l’umidità, poi la luce improvvisa e lo sguardo verso la madre. Questo esordio in prima persona imposta subito il tono del libro, sincero e disarmante, con un tocco quasi cinematografico. I primi capitoli ripercorrono gli anni della guerra e lo sfollamento a Gemonio, piccolo paese del Varesotto, dove Pozzetto incontra Cochi Ponzoni, l’amico d’infanzia che diventerà il compagno d’arte. L’infanzia è descritta con un misto di nostalgia e lucidità, senza mitizzazioni: le privazioni, le scoperte, le prime emozioni legate alla figura paterna, e la bellezza semplice delle cose quotidiane.

Radici popolari e spirito d’osservazione
Molti passaggi del libro restituiscono un affresco vivido della Milano operaia e del nord Italia contadino. Non si tratta solo di ambientazioni, ma di una vera immersione nei codici culturali, linguistici e sociali di un tempo: i dialetti, le botteghe, le feste di paese, i macelli, gli oratori e le bande musicali. Pozzetto si sofferma su dettagli che farebbero la gioia di un antropologo: il modo in cui si viveva la povertà con dignità, la funzione educativa della strada e delle officine, le usanze religiose come momento di comunità. C’è anche un’attenzione per il lavoro e per i gesti degli adulti, osservati da bambino con meraviglia e rispetto. Gemonio non è solo un luogo fisico, ma l’epicentro emotivo da cui scaturisce la vocazione artistica.

La nascita spontanea della comicità
La comicità, nel racconto di Pozzetto, nasce senza intenzione, come un’estensione naturale del suo modo di stare al mondo. Le prime esperienze musicali e teatrali con Cochi, le scenette tra amici, gli scherzi a scuola, tutto è descritto con leggerezza e affetto. L’umorismo emerge come forma di resistenza e di socializzazione, non come mestiere, almeno all’inizio. Eppure, in quei racconti di presepi clandestini, pesci rossi nei lampadari e cori da osteria, si intravede già lo stile surreale e stralunato che caratterizzerà Cochi e Renato. Il libro, in questo senso, è anche un’indagine involontaria sul talento comico: un dono che Pozzetto coltiva senza premeditazione, alimentato da un’infanzia osservata con curiosità e da un’adolescenza trascorsa a far ridere gli altri, quasi per istinto.

Federica Chimenti

Scheda libro
Titolo: Ne uccide più la gola che la sciarpa. La mia storia
Autore: Renato Pozzetto
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 30 gennaio 2024
Formato: Copertina rigida
Lingua: Italiano
Pagine: 288


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