San Giuliano Milanese, "Micorriza" incanta Rocca Brivio: due giorni di arte, musica e comunità

All’inaugurazione pienone e applausi: l’organizzatrice Zena Santoro racconta lo spirito del Festival dell’Arte e della Cultura 2025

Al centro Zena Santoro

Al centro Zena Santoro

Sabato 21 giugno, poco dopo le 18, l’antica Rocca Brivio è apparsa in tutta la sua maestosità, animata da un pubblico così numeroso che gli spazi del cortile e delle sale interne sembravano essere tornate ai fasti del passato. L’esordio di Micorriza – Festival dell’Arte e della Cultura 2025 non avrebbe potuto desiderare cornice migliore: una prima giornata dalla temperatura mite, dalla musica e da quell’energia collettiva che corona mesi di lavoro gratuito e appassionato. «Sono molto contenta, vi ringrazio tutti di essere venuti», ha esordito la curatrice Zena Santoro, visibilmente emozionata, prima di raccontare perché il festival è «volutamente collocato fuori dal mercato dell’arte, autogestito e autofinanziato, libero e inclusivo».

Il pomeriggio si era aperto con il saluto dell’Associazione Rocca Brivio che, consapevole delle difficoltà vissute dallo storico complesso, ha invitato i cittadini a «esserci alla Rocca, anche semplicemente a sostegno di questo bene che deve finalmente avere una sua prospettiva di vita e di conservazione». Da quel momento in poi, la Rocca si è riempita di voci, colori, opere e note, rispettando in pieno la metafora della micorriza: una rete sotterranea che unisce, nutre e moltiplica le relazioni.

Santoro ha ricordato che la data del 21 giugno coincide con il solstizio d’estate e con l’anniversario di nascita dell’Associazione Culturale Artemisia, fondata nel 2023 insieme a Riccardo Prevosti e Antonio Santoro. Ha quindi letto un breve manifesto, sottolineando che il festival «presenta grandi ospiti che operano in campi culturali diversi» e che ogni artista «ha messo a disposizione le proprie competenze a favore di uno stare bene condiviso, senza alcun fine utilitaristico». A circondarla, i collaboratori che hanno reso possibile l’allestimento: la grafica Valentina Cristalli, l’educatrice Amelia Duraturo, gli architetti di Pilot Architetti e il fotografo Giuseppe Policriti, cui si deve il racconto per immagini di queste giornate.

Il secondo momento istituzionale è toccato all’assessora alla Cultura di San Giuliano, Maria Grazia Ravara, che ha porto «un grande in bocca al lupo» agli organizzatori, riconoscendo il carattere “vulcanico” di Santoro. A seguire, l’assessore di San Donato Milanese Massimiliano Mistretta ha ricordato quanto «abbiamo bisogno di arte e cultura che facciano bene al cuore e alla mente, soprattutto in un periodo di bruttezze dell’umanità».

Le parole, però, sono solo una parte del successo. Subito dopo i discorsi ufficiali, gli attori Fabrizio Martorelli, Rossella Fava, Giulia Mancini e Lara Marconetti hanno aperto le danze con letture dedicate al “coraggio delle immagini”, mentre il pianista Andrea Legori provava sullo sfondo un repertorio classico che avrebbe accompagnato l’aperitivo serale. Tra i corridoi, le opere dei professori di Brera Massimo Kaufmann e Renato Galbusera dialogavano con quelle di artisti emergenti e con le installazioni create dagli studenti del liceo Primo Levi e degli Istituti SER, chiamati a sperimentarsi in un progetto di alternanza scuola-lavoro.

Tra le persone che hanno contribuito con dedizione all’allestimento del Festival va ricordato anche Andrea Cibra, parte del gruppo operativo che ha reso possibile l’organizzazione degli spazi espositivi con cura e precisione. Durante la prima giornata si è tenuta anche la presentazione di tre volumi, in collaborazione con le case editrici L’Asino d’Oro Edizioni e Terre di Mezzo, che hanno proposto riflessioni a cavallo tra scienza, arte e pedagogia. A impreziosire il confronto culturale sono intervenute tre importanti figure del mondo scolastico del territorio: Sabrina Ghiandoni, Giulia Cangelosi e Paola Cerullo, dirigenti e pedagogiste che da anni lavorano per costruire connessioni tra educazione, comunità e innovazione didattica.

Il pubblico – famiglie, appassionati d’arte, curiosi di tutte le età – si è lasciato guidare dall’idea di una mostra non lineare, senza percorso obbligato, dove ogni stanza apriva a connessioni nuove e inaspettate. Proprio come nella natura, dove il micelio connette radici lontane, così Micorriza ha intrecciato linguaggi, discipline e generazioni, trasformando la Rocca in un organismo vivo, pulsante, pronto a rifiorire nei laboratori e nelle conferenze della seconda giornata.

Con la luce del tramonto a tingere di oro le mura quattrocentesche, Santoro ha chiuso l’inaugurazione con un invito semplice ma eloquente: «Il pubblico è chiamato a trovare la libertà di osservare, ascoltare, interpretare e creare nuovi nessi possibili, tutti diversi ma tutti validi». Il pienone di sabato pomeriggio è la prova che quell’invito è stato colto al volo.

Giulio Carnevale


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