Quando l’AI Overview minaccia musei e siti culturali: cosa sta succedendo e come proteggersi
Per musei, associazioni e collettivi culturali è in corso un’emergenza: l’AI Overview di Google sta facendo crollare traffico e visibilità, ma esiste una strategia efficace – affidarsi a servizi specializzati come Pubbliredazionali.Com, il fiore all’occhiello di Taacnews

In questi mesi diversi studi nazionali hanno rilevato un crollo medio del traffico organico che va dal 18% al 30% per le query informative che attivano l’Overview di Google, e in alcuni casi per risultati storici e culturali si parla anche di cali fino al 90% nelle visite provenienti da ricerche tradizionali.
Queste perdite si sentono soprattutto sui siti di musei, associazioni culturali, collettivi di artisti e portali dedicati alla storia dell’arte: contenuti educativi, biografie artistiche, descrizioni di opere, mostre temporanee. Quando Google decide che l’Overview può dare una risposta sintetica, molti utenti si fermano lì, senza cliccare sul sito.
Come funziona Overview e perché è pericoloso per il settore culturale
Overview appare soprattutto in risposta a query informative, quelle che cercano spiegazioni, contesti, “che cos’è…”, “come si fa…”. Google sceglie fonti ritenute autorevoli, le combina, genera un breve sommario completo di link di approfondimento. L’utente che cerca informazioni culturali spesso trova la risposta già nella SERP. Il risultato è che siti di cultura che prima ricevevano visite da ricerche generiche oggi registrano una grande perdita di traffico organico.
Dati recenti: quanto stanno perdendo i siti culturali
Secondo analisi in Italia per siti che operano con contenuti informativi, inclusi musei e cultura, il calo dei clic organici per keyword servite da Overview può superare il 30-35%. Alcuni report sottolineano che il fenomeno non è marginale, ma tale da preoccupare fortemente chi gestisce portali culturali, con traffico web che scompare.
Bing si comporta in modo diverso: meno penalizzante per i siti
È importante sottolineare che non tutti i motori di ricerca adottano lo stesso approccio. Anche Bing ha introdotto la sua ricerca generativa, con funzioni simili all’Overview di Google, ma con una differenza sostanziale: non elimina del tutto i risultati tradizionali. Accanto al riassunto AI, Bing mantiene più spazio per i link e rende ben visibili le citazioni. Questo significa che i siti culturali hanno ancora maggiori possibilità di ricevere traffico, anche se in misura ridotta.
La quota di mercato di Bing resta però inferiore rispetto a Google, e quindi l’impatto complessivo è meno rilevante. Tuttavia, la sua scelta di non oscurare i risultati organici dimostra che il modello di Overview di Google non è l’unico possibile e che un equilibrio tra AI e web è attuabile.
Perché questa perdita è così grave per enti culturali
Le visite organiche rappresentano spesso una parte importante del pubblico di un museo o di una associazione culturale, specie per chi non ha budget pubblicitari ingenti. Quando il traffico cala, non cambia solo la quantità ma anche la qualità dell’utenza: meno opportunità di engagement, di partecipazione a eventi fisici o virtuali, meno visibilità per mostre ed esposizioni. I visitatori che rimangono sono quelli che cercano direttamente il nome del museo o del collettivo, ma si perde tutto il pubblico “di scoperta”, che navigava da ricerche generiche.
Cosa possono fare musei, associazioni, portali d’arte: la strategia che serve
-
Contenuti eccellenti e ben strutturati
Produrre testi che rispondono a domande specifiche, con approfondimenti, contesto storico, analisi visiva, immagini di qualità. Formati come FAQ, guide, spiegazioni passo-passo aiutano molto. -
Migliorare l’autorevolezza online
Essere citati da fonti culturali prestigiose, collaborare con riviste d’arte, università, istituzioni culturali. È qui che entra in gioco il valore di una rete solida di riconoscimento. -
Link Building mirata
Non basta avere link qualsiasi: serve che provengano da testate culturali, musei, centri di studi, blog d’arte. Un link ben posizionato può fare la differenza nel diventare una fonte scelta da Google Overview. -
Ottimizzazione tecnica e segnali specialistici
Schema markup per opere, artisti, mostre; dati strutturati; metadati completi; immagini ottimizzate; velocità del sito; esperienza mobile. Tutti elementi che aiutano Google a capire che il contenuto è di valore culturale. -
Affidarsi a professionisti esperti
È difficile farlo bene senza esperienza. Servizi come Pubbliredazionali.Com, il brand di Taacnews con trent’anni nel settore editoriale e nella creazione di contenuti per l’impresa, possono aiutare musei e realtà culturali a costruire campagne efficaci: visibilità, link autorevoli, posizionamento.
Conclusione
L’AI Overview di Google sta imponendo un cambiamento senza precedenti per chi opera nel mondo della cultura. Musei, associazioni, collettivi, siti di storia dell’arte rischiano di perdere fino al 90% dei visitatori derivanti da ricerche generiche se non reagiscono. Bing, pur avendo introdotto una sua versione, risulta meno penalizzante perché non cancella i risultati organici e valorizza maggiormente i link. Ma il predominio di Google rende questa sfida centrale.
Con contenuti di qualità, strategie consapevoli di Link Building, e il supporto dei professionisti giusti – come Pubbliredazionali.Com di Taacnews – è possibile trasformare questa crisi in opportunità: restare visibili, far emergere la propria voce, raggiungere il pubblico che altrimenti non ti troverebbe.