Milano svela l’invisibile: a Palazzo Morando la mostra “Fata Morgana”, tra arte, misticismo e memoria

Dal 9 ottobre al 30 novembre 2025 la Fondazione Nicola Trussardi trasforma il cuore del Quadrilatero della Moda in un viaggio tra visibile e invisibile, con oltre duecento opere che intrecciano arte, esoterismo e storia femminile

Guglielmo Castelli, Cronaca di uno sfacelo, 2025

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C’è un filo sottile che unisce la curiosità, la fede e l’immaginazione. È lungo quel confine che si muove Fata Morgana: memorie dall’invisibile, la nuova mostra ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi in collaborazione con Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, a Milano, visitabile dal 9 ottobre al 30 novembre 2025 con ingresso gratuito. Curata da Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini, l’esposizione si inserisce nel solco dei grandi progetti culturali che negli ultimi vent’anni hanno ridefinito la scena artistica milanese, da La Grande Madre a La Terra Inquieta.

L’allestimento nasce in dialogo con il luogo che la ospita: Palazzo Morando, dimora barocca e oggi museo dedicato alla memoria storica e al costume cittadino. Fu qui che la contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini, tra Ottocento e Novecento, raccolse una straordinaria biblioteca dedicata a temi allora considerati “eretici” — alchimia, spiritismo, teosofia, occultismo — anticipando di fatto quella fascinazione per il mistero che oggi la mostra rimette al centro del discorso artistico.

Il titolo Fata Morgana richiama la leggendaria maga del ciclo arturiano, simbolo di illusioni e metamorfosi, ma anche di libertà e anticonformismo. È a partire da questa figura ambigua, sospesa tra realtà e visione, che il percorso espositivo costruisce un vero e proprio “atlante dell’invisibile”: oltre duecento opere tra dipinti, fotografie, film, documenti, sculture e oggetti rituali danno forma a un viaggio nelle zone d’ombra dell’immaginazione umana, dove l’arte diventa strumento di rivelazione.

Cuore della mostra è un nucleo di sedici tele di Hilma af Klint (1862–1944), presentate per la prima volta in Italia: opere che anticipano l’astrazione novecentesca, nate da esperienze medianiche e sedute spiritiche. Le sue forme cosmiche e simboliche dialogano con i lavori di Georgiana Houghton, Annie Besant, Emma Kunz ed Eusapia Palladino, donne che, tra scienza e misticismo, hanno sfidato le convenzioni culturali del loro tempo.

Accanto alle figure storiche, Fata Morgana apre il dialogo con il Surrealismo e con la contemporaneità: dai film ipnotici di Maya Deren e Kenneth Anger alle visioni carnali di Carol Rama e Judy Chicago, fino alle opere di Louise Nevelson, Chiara Fumai e Kerstin Brätsch, che reinterpretano l’esoterismo attraverso linguaggi femministi e performativi. Il percorso si chiude con interventi di artisti come Diego Marcon, Andra Ursuta e Guglielmo Castelli, che esplorano le nuove soglie del visibile in epoca digitale.

Organizzata in otto sezioni tematiche, la rassegna intreccia passato e presente, sogno e memoria, fede e scienza. Non cerca di provare l’esistenza del soprannaturale, ma mostra come il desiderio di esplorare l’ignoto abbia alimentato, attraverso i secoli, un’inesauribile creatività.

Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue Electa, a cura dei tre curatori, con testi di Jennifer Higgie, Vivienne Roberts e Julia Voss, e la ripubblicazione integrale del poema Fata Morgana di André Breton: un ulteriore tassello di un progetto che trasforma Palazzo Morando in un portale verso l’invisibile, dove arte e spirito si incontrano per raccontare le memorie più misteriose della modernità.

«Con questo progetto espositivo assolutamente originale Palazzo Morando si conferma uno dei luoghi più vivaci del nostro sistema museale, capace di intrecciare memoria storica, arte contemporanea e ricerca curatoriale internazionaledichiara l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi –. Questa nuova collaborazione tra il Comune di Milano e la Fondazione Nicola Trussardi prosegue una tradizione di progetti espositivi che hanno saputo parlare al pubblico più ampio, trasformando Milano in un laboratorio aperto di idee e immaginazione».
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