Milano-Cortina 2026, le Olimpiadi della Cultura: la Lombardia accende la sua fiaccola creativa

Dalla Mostra del Cinema di Venezia parte il racconto che accompagnerà i Giochi con arte, storie e visioni. Caruso: «Non solo sport, ma un’eredità che resterà nei territori»

Non solo sci e medaglie, non solo cronache sportive: Milano-Cortina 2026 sarà anche un grande viaggio culturale. La fiaccola delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali si accende già oggi, in un terreno fatto di arte, spettacolo, immagini e comunità. A lanciare questo percorso è stata Venezia, capitale del cinema mondiale, che durante l’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ha ospitato il panel dedicato alle Olimpiadi della Cultura. All’Hotel Excelsior del Lido, nello spazio Regione – Fondazione Veneto Film Commission, l’assessore lombarda alla Cultura Francesca Caruso ha presentato un programma che nei prossimi due anni trasformerà undici province in palcoscenici diffusi: mostre, laboratori, installazioni, spettacoli e cinema accompagneranno i Giochi fino a giugno 2026.

Un mosaico di 33 progetti

«Abbiamo investito tre milioni di euro per finanziare 33 iniziative, tra avvicinamento e offerta culturale durante i Giochiha spiegato Caruso –, un percorso che attraverserà tutta la Lombardia, dai grandi centri fino alla Valtellina, cuore delle competizioni». Due le linee guida: preparare il pubblico con eventi che facciano crescere l’attesa e, al tempo stesso, offrire nei giorni delle Olimpiadi un programma culturale di altissima qualità.

Le storie dietro i Giochi

Tra i progetti di punta c’è la collaborazione con FICTS – Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs, che costruirà un racconto fatto di immagini e testimonianze. Non solo i trionfi sul podio, ma anche i dettagli, le emozioni, i gesti nascosti che rendono olimpico ogni volto e ogni storia. «Con questo lavoro ha sottolineato Carusovogliamo dare risalto a ciò che sta dietro alle medaglie. È un racconto che trova a Venezia, capitale internazionale dei linguaggi visivi, la sua vetrina naturale».

Un’eredità per la Lombardia

La sfida, però, non si esaurisce con il 2026. «Le Olimpiadi della Cultura non saranno un evento a séha concluso l’assessorema un investimento che resterà. Lasciano reti, progetti e opportunità che andranno oltre i Giochi, mostrando la bellezza e la vitalità culturale della Lombardia». Così, accanto alla neve delle piste e al ghiaccio delle arene, ci sarà il calore delle parole, delle immagini e della creatività. Un’Olimpiade che non si spegnerà con la fiamma del braciere, ma continuerà a vivere nei territori e nelle comunità che l’hanno resa possibile.
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