I borghi dipinti della Lombardia: l’arte che vive sui muri
Dai primi affreschi di Arcumeggia negli anni ’50 ai cinquanta murales di Calcio (Bergamo), un patrimonio diffuso che racconta mestieri, leggende e identità locali in vista di Milano-Cortina 2026

Milano, 28 agosto 2025 – In Lombardia ci sono luoghi in cui l’arte non resta confinata nei musei, ma si offre sui muri delle case, nei vicoli e nelle piazze. Sono i borghi dipinti, piccoli centri che trasformano l’abitato in musei a cielo aperto, dove tradizioni popolari e creatività contemporanea si intrecciano.
“La bellezza non è solo nei grandi musei o nei centri storici, ma anche nelle località meno note – sottolinea l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso –. Qui i murales raccontano memorie, mestieri e leggende popolari, rafforzando il legame con il territorio e offrendo esperienze autentiche di scoperta”.
Il viaggio parte da Arcumeggia (Varese), primo borgo italiano a dipingersi negli anni Cinquanta, dove la Casa del Pittore ancora oggi ospita artisti. A pochi chilometri, Cadero e Peveranza arricchiscono i vicoli con mosaici e pannelli dedicati alle tradizioni. Sul Lago di Lugano, Claino con Osteno offre oltre cinquanta opere diffuse come in una “caccia al tesoro”.
In Alta Valsassina, a Parlasco, quattordici affreschi narrano la leggenda del bandito Lasco, mentre a Taceno i murales del 2007 riportano alla luce botteghe e mestieri. A Caglio (Como) quindici tavole compongono il Percorso Segantini, e a Cadorago si trova il museo a cielo aperto più grande d’Italia con oltre trecento opere.
Il percorso prosegue con Calcio (Bergamo), che conta circa cinquanta murales firmati da artisti italiani e stranieri, e con Belprato (Brescia), dove ogni estate nuovi dipinti trasformano il paese in un laboratorio creativo. A Gravellona Lomellina (Pavia) l’arte colora persino marciapiedi e cabine elettriche, mentre a Guidizzolo (Mantova) gli affreschi nati tra il 2007 e il 2010 evocano temi come la velocità e la pace. Infine, a Crotta d’Adda (Cremona), gli affreschi raccontano l’acqua e i paesaggi fluviali.
“Ogni murales è un pezzo di identità locale – conclude Caruso –. Valorizzare i borghi dipinti significa far conoscere comunità e territori, in un patrimonio diffuso che, in vista di Milano-Cortina 2026, offre al mondo l’immagine di una Lombardia fatta non solo di città e montagne, ma anche di paesi dove storia e arte vivono quotidianamente”.