Dal 4 ottobre al Monastero del Lavello la mostra “I Promessi Sposi” con 200 opere di altrettanti artisti selezionati da Giorgio Gregorio Grasso, tra cui i protagonisti dell’Accademia ucraina
Questa mattina la conferenza di presentazione nella sede milanese del Parlamento europeo, Carla Bruschi ha rappresentato gli artisti protagonisti della rassegna che inaugura domani a Calolziocorte


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L'opera di Alessandro Manzoni tramite l'arte contemporanea
«Quel ramo del Lago di Como, che volge a mezzogiorno…». L’incipit più celebre della letteratura italiana, con cui Alessandro Manzoni apre il suo romanzo immortale, descrive proprio i luoghi della provincia di Lecco. È qui, infatti, che prende forma la vicenda de I Promessi Sposi, ambientata tra le montagne, le valli e i borghi che ancora oggi custodiscono il ricordo del grande scrittore. Non è un caso che sia proprio Calolziocorte, in provincia di Lecco, con il suo Monastero del Lavello, a ospitare da domani la più grande mostra mai dedicata al capolavoro manzoniano attraverso l’arte contemporanea.
Calolziocorte si prepara a diventare, da domani, il cuore pulsante dell’arte contemporanea con l’inaugurazione della grande mostra internazionale I Promessi Sposi, che aprirà i battenti sabato 4 ottobre alle ore 18 nella cornice suggestiva del Monastero di Santa Maria del Lavello. A presentarla, questa mattina, davanti a una folta platea riunita all’Ufficio del Parlamento europeo di Milano in Corso Magenta, è stata l’artista milanese Carla Bruschi, scelta dal critico e curatore Giorgio Gregorio Grasso per rappresentare i duecento artisti che daranno vita alla rassegna.
Una mostra di respiro internazionale
L’esposizione, ideata dal professor Giorgio Gregorio Grasso dopo il successo della rassegna dedicata tre anni fa alla Divina Commedia, proporrà un dialogo tra artisti italiani e internazionali, con una presenza significativa di dieci artisti provenienti dall’Accademia ucraina. Oltre a loro, un parterre di protagonisti di spicco: Kodo (Lecco), Carla Bruschi (Milano), Nicola Li Santi (Matera), Kataos (Canosa di Puglia), Mario Longhi (Vicenza), Emanuel Acciarito (Vigevano) e Mario Tosto (Roma), solo per citare alcuni dei nomi che arricchiscono il percorso. Accanto a questi, decine di autori fra cui numerosi emergenti, “tutti da scoprire”, che avranno l’occasione di confrontarsi con un capolavoro della letteratura mondiale come quello di Alessandro Manzoni.
Il tema del romanzo, universale e sempre attuale, diventa ispirazione per riflessioni visive che spaziano dal destino individuale al valore della fede, dalla giustizia sociale alla denuncia delle brutture del mondo contemporaneo. La mostra si annuncia come un grande affresco corale, capace di intrecciare tradizione letteraria e linguaggi artistici di oggi.
La cornice del Monastero del Lavello
Ad ospitare l’evento è il Monastero di Santa Maria del Lavello, a Calolziocorte, un luogo di rara suggestione storica e spirituale. I chiostri cinquecenteschi, le sale interne e gli spazi espositivi offriranno un contesto ideale per accogliere le opere, trasformando la visita in un’esperienza che unisce arte, architettura e memoria.
Proprio su questa scelta, il professor Giorgio Gregorio Grasso ha sottolineato: «Siamo a Calolziocorte nello splendido Convento del Lavello dove probabilmente ha soggiornato Fra Cristoforo, anzi sicuramente ha soggiornato Fra Cristoforo ed è per questo che abbiamo deciso di realizzare qui il più grande evento dedicato ai Promessi Sposi. Duecento artisti provenienti da tutta Italia, da tutte le zone d'Italia hanno realizzato delle opere per fare in modo che il pubblico possa leggere i Promessi Sposi anche solo guardando tutte le opere d'arte che sono esposte. Ed è un evento eccezionale perché dobbiamo riabilitare, ricordare, diffondere il messaggio di Alessandro Manzoni, un messaggio importante che ha voluto dedicare a tutti gli italiani. Molti non se lo ricordano, molti non l'hanno letto, molti lo hanno studiato malvolentieri, ma venendo qui a Lavello troverete l'opportunità di capire quanto è importante il messaggio di questo romanzo italiano di Alessandro Manzoni».
Le parole di Carla Bruschi
Nel suo intervento al Parlamento europeo di Milano, Carla Bruschi ha ricordato il proprio impegno accanto alla comunità ucraina, raccontando di aver realizzato opere dedicate al dolore di questo popolo e di aver donato una tela significativa al Console ucraino. Rivolgendosi a Natalia, artista e rappresentante della comunità ucraina presente in sala, ha aggiunto: «Hai creato un ponte tra l'Italia e l'Ucraina e hai fatto capire al mondo intero che l'arte può veramente aiutare a portare la pace e a cambiare questo mondo».
L’arte come strumento di pace e inclusione
Uno dei punti centrali del discorso di Carla Bruschi ha riguardato la visione di Giorgio Grasso, capace di unire artisti affermati e giovani emergenti nello stesso progetto. «Perché Giorgio Gregorio Grasso ha portato e sta portando una grande innovazione nell'arte. Perché riesce a mettere insieme pittori di fama internazionale, quotatissimi, con pittori ancora poco conosciuti, che magari non hanno mai partecipato neppure ad una mostra. Questa è una grandissima possibilità perché lancia un messaggio innovativo che deve far riflettere tutti. L'arte è di tutti e per tutti perché non esistono artisti di serie A e artisti di serie B».
Un’arte, dunque, che diventa strumento di democrazia, di condivisione e di speranza: «Non è vero che solo i grandi possono fare la pace, anche noi tutti possiamo fare la pace. Gli artisti soprattutto sono una piccola goccia del mare, ma questa goccia contribuisce a fare un oceano, un oceano che sicuramente gli artisti potranno formare per aiutare proprio a portare la pace nel mondo».
L’attesa per l’inaugurazione
L’appuntamento è quindi per domani, sabato 4 ottobre, alle ore 18, quando le sale del Monastero del Lavello apriranno ufficialmente al pubblico. L’inaugurazione sarà aperta dall’Onorevole Avvocato Cristina Rossello, che darà il via ufficiale a una manifestazione che si annuncia come un evento di grande rilievo non solo per la città di Calolziocorte e la provincia di Lecco, ma per l’intero panorama culturale nazionale, capace di unire oltre duecento voci diverse in un unico, grande racconto visivo ispirato ai Promessi Sposi.
Giulio Carnevale