Alla fabbrica del Vapore di Milano, la mostra che spiega cosa lega davvero Picasso, Miró e Dalí

Qual è il filo invisibile che attraversa le loro visioni, i loro tormenti, i loro mondi interiori? Acqueforti, litografie e prove d’autore: il laboratorio creativo delle avanguardie del Novecento e gli esperimenti grafici che hanno trasformato l’arte moderna.

I tre grandi di Spagna a Milano: Dalí, Miró e Picasso in mostra alla Fabbrica del Vapore

Che cosa lega davvero Picasso, Miró e Dalí?

A suggerirlo è la mostra I tre grandi di Spagna. L'arte di Dalí, Miró e Picasso, alla Fabbrica del Vapore di Milano, un percorso che conduce nel territorio più intimo e segreto delle loro creazioni.
Qui non si incontrano soltanto tre icone del Novecento, ma si entra in uno spazio di pura sperimentazione, dove le idee radicali e le intuizioni geniali prendevano forma prima di trasformarsi in capolavori.
Acque forti, litografie e prove d'autore restituiscono l'anima più sperimentale delle avanguardie e permettono di seguire passo passo il processo creativo di ciascun maestro.

La mostra "I tre grandi di Spagna" a Milano è visitabile fino al
25 gennaio 2026 presso la Fabbrica del Vapore. La mostra, dedicata a Dalí, Miró e Picasso, include oltre 250 opere e offre un viaggio attraverso l'arte di questi tre maestri spagnoli. Biglietteria online https://tidd.ly/4pH9jEq

Il viaggio comincia con Pablo Picasso.

Nella suite Vollar il minotauro diventa il suo alter ego, simbolo di forza e vulnerabilità, mentre il dialogo tra Eros e Thanatos si snoda tra figure e segni intensi.
Poi le litografie di Sueño y Mentira de Franco mostrano la potenza del segno come denuncia politica, tratti rapidi e incisivi che raccontano la guerra, l’esilio, la resistenza culturale.
Ogni incisione è un piccolo universo dove la tensione emotiva esplode tra ombre e luci.

Si passa poi all'universo lirico di Joan Miró.

Le sue costellazioni grafiche sono alfabeti di segni primordiali: biomorfi, cerchi, linee sospese tra sogno e realtà.
Le litografie a colori sembrano respirare, raccontando un linguaggio segreto che unisce la semplicità delle forme alla profondità dell’inconscio.
Qui l’astrazione non è solo estetica, è una vera e propria poesia visiva che invita a guardare oltre la superficie, a leggere tra i segni.

Infine c’è Salvador Dalí, per cui l’incisione diventa strumento di precisione visionaria.

Ogni dettaglio è calcolato, ogni linea è una porta verso mondi paranoico-critici, grotteschi e onirici.
Le sue illustrazioni letterarie ipnotizzano, mentre la scenografia tridimensionale Baccanale, per la prima volta esposta in Italia, rivela il Dalí scenografo teatrale, capace di trasformare il sogno in uno spazio concreto.

In queste opere emerge la fusione tra tecnica impeccabile e immaginazione senza limiti.

A unire questi tre giganti non sono solo le radici catalane o l’esilio a Parigi imposto dalla dittatura di Franco.
È la consapevolezza che proprio nella pratica grafica si giocava una parte decisiva della loro rivoluzione.
Qui si sperimentava senza rete, qui nascevano intuizioni che avrebbero ridefinito il Novecento.

Il laboratorio grafico diventa così luogo di pensiero, di audacia e di invenzione, dove il genio si misura con il segno e con la carta.
La mostra alla Fabbrica del Vapore è un invito a fermarsi davanti ai dettagli, a cogliere la scintilla prima che divampi il capolavoro, a percepire il silenzio creativo da cui tutto ebbe origine.
Perché, alla fine, l’eredità dei tre grandi.

Stefano Brigati


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