“I ricordi dell’acqua”: Elif Shafak racconta il mondo come un fiume che non smette di scorrere
Nel suo nuovo romanzo I ricordi dell’acqua, Elif Shafak intreccia epoche, luoghi e destini in un racconto corale che scorre come un fiume. Tra mito, memoria e realtà contemporanea, l’acqua diventa il filo invisibile che unisce vite lontane e fragili verità.

07 agosto 2025
Con I ricordi dell’acqua (2024), Elif Shafak costruisce un’opera ambiziosa e profondamente evocativa, che si snoda come un fiume attraverso secoli, continenti e civiltà. La scrittrice turca-britannica torna con un romanzo corale, stratificato, che unisce la potenza del mito all’intensità dell’impegno contemporaneo. La narrazione abbraccia il passato remoto della Mesopotamia e arriva fino alla Londra del XXI secolo, intrecciando le vite di personaggi apparentemente distanti ma legati da un filo liquido e indissolubile: l’acqua, forza primordiale che plasma destini individuali e collettivi. Con la sua prosa poetica, Elif Shafak dà vita a una trama che mescola archeologia, storia, politica e spiritualità, in un dialogo continuo tra ciò che è stato e ciò che resta.
Una goccia che dà inizio al diluvio
La storia prende avvio con un’immagine di potente suggestione: una singola goccia di pioggia sospesa sopra Ninive, antica capitale dell’impero assiro, in un momento di apparente quiete. Siamo nel 650 a.C., e il re Assurbanipal – figura al contempo colta e brutale – contempla il suo regno senza sapere che quella goccia sarà l’inizio di una catastrofe. La scena, descritta con un lirismo che sfiora l’epico, introduce uno dei fili principali del romanzo: come ogni fine sia sempre preceduta da un inizio silenzioso, come il destino si compia senza clamore, ma con forza inesorabile. È un incipit denso, teatrale, che prepara il lettore a una narrazione ricca di simboli e risonanze antiche, ma saldamente ancorata all’umanità dei personaggi.
Storie che si incontrano come affluenti
Nel corso del romanzo, le linee narrative si moltiplicano e si intrecciano, accomunate dal loro fluire verso un’unica sorgente simbolica. C’è Arthur, ragazzo vittoriano povero ma assetato di conoscenza, incantato dai racconti delle spedizioni archeologiche. C’è Zaleekhah, ricercatrice solitaria dei nostri giorni, alla deriva su una chiatta sul Tamigi. E c’è una bambina yazida, brutalmente strappata alla sua infanzia e alla sua terra. In ogni loro storia l’acqua assume significati diversi: è ricordo, sogno, salvezza, perdita. Ogni personaggio è attraversato da un senso di dislocamento e ricerca, come se l’identità fosse qualcosa di fluido, che si forma e si dissolve come le rive di un fiume.
L’acqua come custode della memoria collettiva
Shafak scrive con la forza di una cantastorie antica e la lucidità di una voce contemporanea. L’acqua, in queste pagine, non è solo elemento naturale: è un archivio vivente, che conserva ciò che gli uomini dimenticano o cancellano. Passa attraverso le guerre, le migrazioni, i disastri e le rinascite, tenendo insieme popoli e epoche che altrimenti sembrerebbero inconciliabili. La scrittrice ci invita a osservare la storia non come una linea retta, ma come un ciclo, un’onda che ritorna. Così, il romanzo non solo racconta, ma interroga: cosa resta quando una civiltà scompare? Quali voci sopravvivono all’oblio? E come possiamo ancora ascoltarle, attraverso il fruscio di una pioggia che cade, di nuovo, sul mondo?
Federica Chimenti
Scheda libro
Titolo: I ricordi dell’acqua
Autore: Elif Shafak
Traduttori: Isabella Zani, Daniele Gewurz
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 544
Lingua: Italiano
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 23 settembre 2025
07 agosto 2025