“Dolore e ragione”: la memoria che sfida l’oblio

Brodskij intreccia memoria personale e riflessione culturale, raccontando la propria formazione in una Russia chiusa al mondo. Attraverso oggetti, suoni e immagini provenienti dall’Occidente, l’autore mostra come l’immaginazione possa diventare una forma di libertà.

Dolore e ragione di Iosif Brodskij, pubblicato nel 1995 poco prima della sua morte, è una raccolta di saggi che si presenta come un’opera di bilancio esistenziale e intellettuale. Accanto ai densi scritti su Frost, Hardy e Rilke, che compongono il cuore saggistico del volume, troviamo testi più narrativi come “Trofei di guerra”, in cui la memoria personale si intreccia alla riflessione sul potere della cultura e dell’immaginazione. Brodskij, premio Nobel per la letteratura e maestro del saggio letterario, costruisce un racconto che supera le barriere tra autobiografia, critica e storia, offrendo uno sguardo unico sulla formazione dello spirito in un contesto totalitario.

L’infanzia tra fame e fascinazioni
Il racconto si apre con il ricordo dell’assedio di Leningrado e della carne in scatola americana che, nella mente del bambino, si trasforma subito in oggetto magico, simbolo di un mondo tecnologicamente avanzato e culturalmente distante. Quelle scatole, con la loro meccanica sconosciuta e il loro colore straniero, diventano reliquie, oggetti carichi di un senso quasi sacrale, al punto da essere collezionate, barattate, persino usate come vasi da fiori. È il primo contatto con l’Altro, con un altrove che affascina e che promette una diversa concezione della vita, anche se filtrato dal bisogno e dalla sopravvivenza.

La guerra come orizzonte del quotidiano
Nel ricordo dei bambini del dopoguerra, i resti materiali della guerra tedesca – armi, fibbie, radio, parole – diventano strumenti di gioco e di apprendimento, veicoli per l’immaginazione più che per il trauma. Paradossalmente, ciò che rimane dei nemici è ciò che alimenta la curiosità e l’identità dei giovani. L’autore racconta di come i nomi tedeschi delle armi o dei mezzi militari riecheggiassero come formule magiche, più suggestivi della retorica sovietica. In questo paesaggio infantile, le radio straniere e le onde corte diventano spiragli su un mondo diverso, dove il jazz sostituisce i canti patriottici e l’inglese si apprende con la musica, a dispetto della censura e dei limiti tecnici.

L’Occidente come mito narrativo
I film americani catturati e mostrati al pubblico sovietico come “trofei militari” offrono ai ragazzi di Leningrado un’educazione parallela, visiva e morale. L’eroismo individuale, la libertà di movimento, l’estetica dell’azione e dell’avventura diventano modelli silenziosi ma potentissimi. Brodskij racconta come quei film – Tarzan, Capitan Blood, Zorro – abbiano rappresentato molto più di un intrattenimento: erano visioni di un mondo possibile, spezzavano la compattezza della retorica collettiva, suggerivano vie di fuga attraverso l’immaginazione. E in un ambiente chiuso e sorvegliato, persino un dettaglio architettonico o un’inquadratura potevano cambiare per sempre il modo di percepire la realtà.

Federica Chimenti

Scheda libro
Titolo: Dolore e ragione
Autore: Iosif Brodskij
Traduttore: Gilberto Forti
Casa editrice: Adelphi
Collana: Piccola Biblioteca
Data di pubblicazione: 31 marzo 2023
Lingua: Italiano
Edizione: Copertina flessibile
Pagine: 267


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