Mario De Biasi, l’occhio che raccontò il mondo: a Cesano Maderno la mostra che celebra il maestro del fotogiornalismo

Dal 27 settembre al 30 novembre a Palazzo Arese Borromeo oltre duecento scatti ripercorrono una carriera che ha intrecciato quotidianità, celebrità e grandi eventi della storia

“Gli italiani si voltano, Milano, 1954 ©? Archivio Mario De Biasi / courtesy Admira, Milano”

“Gli italiani si voltano, Milano, 1954 ©? Archivio Mario De Biasi / courtesy Admira, Milano”

C’è chi ha saputo trasformare la fotografia in un gesto di coraggio, in uno sguardo capace di abbracciare l’umanità intera. Mario De Biasi è stato questo: un viaggiatore instancabile, un testimone del suo tempo, un narratore che attraverso l’obiettivo ha restituito frammenti di vita, piccoli e grandi, con la stessa intensità. Dal 27 settembre al 30 novembre, le sale affrescate di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno diventano teatro della mostra “Mario De Biasi. Il coraggio che ha fatto Epoca”, un percorso che raccoglie oltre 200 fotografie e che invita il pubblico a rileggere un’epoca attraverso i suoi scatti.

La rassegna, curata da Enrica Viganò con il contributo dell’Archivio Mario De Biasi, nasce da una ricerca approfondita coordinata dalla figlia Silvia e riporta in luce non solo le immagini più iconiche, ma anche quelle che raccontano con discrezione la quotidianità di un’Italia in trasformazione. Tra tutte spicca Gli Italiani si voltano (1954), la celebre fotografia in cui un gruppo di uomini milanesi si gira a osservare Moira Orfei che passeggia di spalle in abito bianco: una scena semplice, quasi banale, ma capace di diventare simbolo, tanto da arrivare al Guggenheim di New York come immagine guida di una grande mostra sull’Italia del dopoguerra.

Nei corridoi di Palazzo Arese Borromeo scorrono volti e storie: Sofia Loren, Brigitte Bardot, Fellini, ma anche mercati, strade polverose, comunità lontane, scorci di città e nature lontane. Le immagini di De Biasi parlano di uomini e donne comuni, di gesti semplici, di attimi colti con quella sensibilità che sapeva andare oltre l’apparenza. Dal miracolo economico italiano alla conquista della Luna, dall’invasione di Budapest all’eruzione dell’Etna, la sua macchina fotografica ha saputo fermare momenti cruciali e renderli universali.

«Ogni scatto sottolinea la curatrice Viganòracconta un pezzo di realtà colto con equilibrio e armonia, lasciandoci tracce di un’umanità che ci appare vicina, anche quando appartiene a culture lontane».

Per la città di Cesano Maderno, l’arrivo di questa mostra è un’occasione speciale. «È un viaggio nel tempo e nello sguardo di un maestroafferma il sindaco Gianpiero Boccache ci restituisce l’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta e ci accompagna in un mondo di celebrità, eventi storici e piccoli incantesimi quotidiani».

In esposizione, oltre alle fotografie, anche numeri originali della rivista Epoca, volumi, telegrammi di personaggi celebri come Enzo Biagi e materiali audiovisivi curati dall’Archivio, che arricchiscono l’esperienza e restituiscono l’atmosfera di un’epoca in cui la fotografia era la finestra principale sul mondo.

Visitare questa mostra significa non solo ammirare l’opera di un grande maestro, ma ritrovare nello sguardo di De Biasi la capacità di stupirsi davanti alla realtà, di coglierne la forza e la fragilità, e di restituirle con onestà e poesia. Un invito a non “voltarsi dall’altra parte”, come lui non ha mai fatto.
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