L'innocente avventura intergalattica del giovane Elio colpisce al cuore ma affonda al botteghino

Voto finale: 3,5 su 5 stelle. Recensione del film Elio a cura di Jonathan Salea

Elio - La Recensione

Il declino qualitativo della Pixar nell’era Disney+

La qualità dei film Pixar, salvo rare eccezioni, è drammaticamente precipitata negli ultimi anni, soprattutto dall’avvento di Disney+. Per aumentarne il valore, la casa di Topolino ha investito enormi quantità di denaro in prodotti destinati esclusivamente alla propria piattaforma di streaming o distribuiti su Disney+ il giorno stesso del rilascio nelle sale. I risultati finanziari sono stati generalmente disastrosi e Disney, ultimamente, ha dunque ripreso a distribuire tutte le proprie pellicole al cinema.

Elio: un film pensato per i bambini ma ricco di fantasia

Tra i film Pixar prodotti dall’avvento di Disney+, Elio è uno dei pochi la cui qualità meritava effettivamente una larga distribuzione cinematografica e una promozione efficace. È una pellicola indirizzata palesemente ai bambini (il che si discosta un po’ dalla filosofia Pixar) ma è indiscutibilmente molto fantasioso, la trama è dolce e commovente, i personaggi sono tutti adorabili. Non è un film malizioso e, nonostante un’iniziale idea sul gender (poi accantonata), non porta con sé la zavorra di un evidente bagaglio culturale contemporaneo.

Una trama semplice ma efficace che richiama la fantascienza classica

L’ultima produzione Pixar narra di un bambino, Elio, che vuole disperatamente essere rapito dagli alieni per sentirsi speciale, meno solo e lasciarsi per sempre alle spalle la Terra e i bulli che lo tormentano. Il suo desiderio viene avverato e il giovane viene quasi subito trasportato su un’astronave aliena intergalattica e da lì cominciano le sue buffe avventure spaziali: gli alieni lo scambiano per il leader della Terra, incontra un simpatico coprotagonista dall’aspetto mostruoso ma dal carattere tenero e affettuoso, capisce l’importanza della poca famiglia rimastagli sul nostro pianeta blu. È una trama molto semplice che funziona, non si perde in sottotrame caotiche e ammicca a tanti film di fantascienza a cui è ispirato.

I limiti visivi e l’assenza di profondità emotiva

Tuttavia, il film non manca di problemi, seppur non gravissimi: nonostante la presentazione fantastica, il design degli umani è deludente, rendendoli più simili a produzioni di qualità inferiore. L’aspetto del protagonista non è per nulla interessante, forse perché non era quello originariamente ideato dai creatori. Infine Elio, a differenza di film Pixar come Wall E, Up, Inside Out, A Bug’s Life, e tanti altri è relativamente privo dei sottotoni riflessivi e maturi che caratterizzano le migliori produzioni dello Studio.

Una promozione sbagliata e un contesto culturale sfavorevole

Come se non bastasse, il film è stato pubblicizzato in modo sbagliato poiché ha fallito nell’enfatizzare le sue sfumature più fantascientifiche e i suoi tanti riferimenti al miglior cinema di genere. Inoltre, come menzionato sopra, il film non vuole essere politico, cosa che gli gioca contro poiché viviamo in un’epoca in cui la stragrande maggioranza dei film (anche quelli di animazione) deve assumere una posizione, qualunque essa sia.

Il pubblico dei bambini è cambiato

Infine, il colpo di grazia: i bambini verso cui è indirizzato semplicemente non sono più interessati a questo genere di film, ormai sempre più rapiti dai contenuti su YouTube e sui social media.

Un film onesto che arriva nel momento sbagliato

Elio è stato un flop al cinema non per colpa sua ma perché il mondo, sia a livello d’intrattenimento che a livello culturale, è cambiato. Per quello che rappresenta, Elio è un film migliore di Luca, Red o Lightyear. Un tempo avrebbe avuto successo ma nel 2025 un film per bambini, onesto e innocente, non funziona non perché non sia meritevole ma perché viviamo in un’epoca in cui tutto è politicizzato, compresi i contenuti per i più piccoli.

Elio è troppo sincero per il mondo di oggi

Elio, per sua sfortuna, è troppo onesto, senza pretese, e umile.

Jonathan Salea

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