La sostenibilità digitale è una questione di cultura
Per costruire un futuro più verde, serve cambiare mentalità: il digitale sostenibile deve entrare nella vita quotidiana di tutti

C’è un lato nascosto della transizione ecologica che riguarda tutti, anche chi non ha mai piantato un albero o non possiede una bici elettrica. Si chiama sostenibilità digitale ed è il modo in cui usiamo le tecnologie e la rete, ogni giorno, senza nemmeno accorgerci del loro impatto sull’ambiente. È il tempo passato in videochiamata, i messaggi che scambiamo, le serie che guardiamo in streaming. Tutto questo consuma energia. E in parte, inquina.
La sostenibilità digitale è un concetto relativamente nuovo ma destinato a crescere. Coinvolge sia le infrastrutture — come i data center, le reti, i dispositivi — sia i comportamenti individuali. È un approccio che punta a ridurre l’impatto ambientale del mondo digitale, rendendolo più efficiente e inclusivo. In pratica, significa costruire una cultura tecnologica che non dimentichi il pianeta.
Quando il digitale consuma troppo
Forse non tutti sanno che ogni e-mail inviata, ogni file salvato nel cloud, ogni post pubblicato contribuisce ad aumentare la richiesta di energia dei sistemi informatici globali. L’energia serve a mantenere attive le server farm, i giganteschi centri di calcolo che tengono in piedi Internet. E spesso questa energia proviene da fonti fossili.
Secondo alcune stime, il comparto ICT (Information and Communication Technologies) è già responsabile di una quota significativa delle emissioni globali di CO? — tra il 2 e il 4%, paragonabile a quella dell’intero settore dell’aviazione civile. Un dato che fa riflettere, specie in un momento storico in cui si parla molto di intelligenza artificiale, metaverso e digitalizzazione.
Serve un cambio di passo
Per questo è sempre più urgente adottare un approccio sostenibile alla tecnologia. Le grandi aziende stanno già rispondendo: Google ha promesso di alimentare tutti i suoi data center con energia rinnovabile, Microsoft punta a diventare "carbon negative" entro il 2030, mentre Apple dichiara di avere una supply chain a impatto zero. Ma la sfida non riguarda solo le multinazionali.
Ogni organizzazione, anche piccola, può contribuire scegliendo fornitori cloud attenti alla sostenibilità, riducendo i consumi energetici interni, aggiornando software e dispositivi in modo responsabile. E ogni cittadino, nel suo quotidiano, può fare la differenza.
Oltre alle grandi multinazionali, anche le piccole e medie imprese stanno
riconoscendo l'importanza della sostenibilità digitale. L'adozione di strumenti
di collaborazione online, il lavoro da remoto e l'utilizzo di software cloud
sono solo alcuni esempi di come le aziende possano ridurre il loro impatto
ambientale attraverso scelte tecnologiche consapevoli.
A tale proposito ci sono aziende come Yoto che in questi giorni per promuovere le loro attività, mettono a disposizioni analisi
gratuite del tuo sito web per scoprire con quanto è
sostenibile e quanto inquina il tuo sito web
con relativo report. Un'opportunità da non perdere per fare il primo passo verso un futuro sostenibile.
Cosa possiamo fare nel concreto
Scegliere computer e smartphone pensati per durare nel tempo, disattivare notifiche inutili, usare il Wi-Fi al posto del 4G quando possibile, limitare lo streaming in alta definizione. Sono gesti semplici, quasi banali, ma che moltiplicati su scala globale possono avere un impatto enorme.
Anche la progettazione web può diventare più sostenibile: siti più leggeri, meno effetti inutili, immagini ottimizzate. Non si tratta solo di velocità di caricamento, ma di risparmio energetico diffuso.
In parallelo, c’è un altro aspetto fondamentale: l’inclusione digitale. Una società veramente sostenibile non lascia indietro nessuno. Significa garantire l’accesso alla rete, ai servizi online e alla cultura digitale anche alle fasce più fragili della popolazione. Perché l’ambiente non è solo natura: è anche giustizia sociale.
Una questione culturale
La sostenibilità digitale, in fondo, è prima di tutto una questione culturale. Serve consapevolezza, serve educazione, serve attenzione. Ma soprattutto, serve inserirla nel pensiero collettivo come parte di una nuova normalità. Non può restare patrimonio di pochi tecnici o esperti: deve entrare nella cultura comune, essere insegnata a scuola, discussa nei media, adottata nelle aziende, compresa nelle famiglie. Proprio come si parla oggi di raccolta differenziata o risparmio energetico, anche l’uso consapevole del digitale deve diventare un’abitudine condivisa, quotidiana.
Un futuro tecnologico più verde
Il futuro sostenibile si costruisce anche da qui: da un uso più etico, responsabile e intelligente del digitale. Non è un’utopia. È già una realtà possibile, e dipende anche da noi. Perché una vera transizione ecologica non può prescindere dal digitale, e un digitale davvero utile non può prescindere dall’ambiente.