Una canzone dedicata a Emanuela Orlandi. Simone Riva canta “La città che non parla”
L’artista di Peschiera Borromeo (Milano) ha scelto di utilizzare la musica come veicolo di memoria, trasformando emozioni e ricordi in un brano dedicato alla giovane scomparsa. Oltre alla sua produzione artistica, Simone Riva è noto anche per il suo forte impegno civico e ambientale: conosciuto come il “Turista Spazzino”, da anni svolge volontariamente attività di pulizia degli ambienti naturali, rimuovendo rifiuti e sensibilizzando la comunità al rispetto del territorio
Una canzone per ricordare, per
non dimenticare e per dare voce a un dolore che attraversa le generazioni. L’appassionato
cantante Simone Riva annuncia l’uscita di “La città che non parla”, un brano
profondamente emotivo dedicato alla memoria di Emanuela Orlandi, la quindicenne
scomparsa il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata.
«Guardando la televisione da bambino appresi la notizia della
scomparsa di Emanuela Orlandi - racconta Riva -. Un episodio che non ha segnato
soltanto l’Italia, ma anche me, in modo profondo. Questa inquietudine l’ho
portata dentro fino ad adesso».
La canzone nasce proprio da questo sentimento: un’urgenza
espressiva, un bisogno di trasformare in musica la memoria di una storia che
rimane una ferita aperta nel cuore della nazione.
Simone Riva sottolinea come il brano, con un testo scritto di
suo pugno, non sia soltanto un omaggio alla giovane Emanuela, ma anche un
pensiero rivolto ai suoi familiari, che da oltre quarant’anni portano avanti
una battaglia di verità e giustizia. «Voglio dedicare questa canzone alla
famiglia Orlandi, che ha vissuto indicibili sofferenze», precisa l’artista.
“La città che non parla” è un viaggio sonoro dentro una storia
piena di interrogativi. Il testo, carico di immagini evocative, alterna
nostalgia, dolore e speranza, chiedendo con voce insistente: “Emanuela, dove
sei?”.
Una domanda che risuona ancora oggi, come una eco collettiva che non vuole
spegnersi.
Hanno collaborato alla realizzazione del brano l’arrangiatore
e polistrumentista Nicola Ursino, ideando e realizzando interamente la parte
musicale; il chitarrista autodidatta Christian Fabiano con un contributo
prezioso della sua sei corde; Massimo Pezzoni, poeta e vincitore del Premio
Giotto, che ha prestato la voce alla parte introduttiva; Enrico Riva, padre
dell’artista, che si è occupato della fotografia.
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