Cara Incertezza e altri luoghi stregati: il pellegrinaggio oscuro di Guido Ceronetti

In Cara Incertezza, Guido Ceronetti attraversa luoghi reali e simbolici del dolore umano, guidato da una luce mistica e perduta. Un pellegrinaggio tra storia, visioni e macerie del Novecento.

Con Cara Incertezza, Guido Ceronetti ci consegna un compendio tardo e visionario delle sue meditazioni su un mondo spossato, sospeso tra apocalisse e nostalgia mistica. È una raccolta di prose brevi, articoli e divagazioni, che sembrano provenire da un’altra epoca — o da tutte le epoche insieme. Il tono è quello del pellegrino ferito che attraversa deserti mentali, città maledette, libri dimenticati e cieli stellati, guidato non da una dottrina, ma da una sensibilità acuminata e devota alla fragilità. Le sue pagine sono lampi di chiaroveggenza esistenziale e filologica, scritte in una lingua che è insieme lamento, invettiva e preghiera.

 Da Giorgione al Bronx, a Compostela
Il testo si apre con un’immagine: quella dei Tre Sapienti, dipinti da Giorgione, che attendono invano la Stella. Ceronetti, mai stato nel Bronx (forse), costruisce su questa mancata epifania un viaggio attraverso luoghi simbolici e stregati — Bronx, East End, Ghetto di Varsavia — che diventano snodi reali e spirituali della sua esplorazione. La stella dei Magi si trasforma in fiume di luce, néhar-di-nûr, guida metafisica attraverso le tenebre della materia e della storia. In queste prime pagine, più che un racconto, si dispiega una cartografia dell’invisibile, in cui il lettore deve orientarsi con i sensi affinati di un rabdomante del significato.

Luoghi maledetti e cosmologie interiori
Ceronetti attraversa la carne viva del Novecento, tra le sue catastrofi e le sue città infette, come se ciascun luogo possedesse un’aura segreta, un destino occulto che svela solo a chi sa vedere oltre la superficie. Bronx, Spitalfields, Yokogawa, Le Mans: spazi diversi, distanti, ma uniti da un’essenza di condanna e di dolore, che li rende portali per una conoscenza oscura e intuitiva. Ceronetti vi si inoltra per scoprire se davvero la luce della Via Lattea possa affiorare in queste gole di perdizione — e se quel chiarore, pur non salvando, possa almeno “premiare” la condizione umana, con un significato che sfugge al calcolo ma non al sentire.

L’assurdo del secolo e la lotta con l’incomprensibile
Nella seconda parte del libro, più storica e personale, l’autore si interroga sul proprio anno di nascita, il 1927, e lo usa come pretesto per riflettere sul ‘900, “la più documentata epoca della caduta umana”. Non cerca sintesi, non offre soluzioni: si muove tra nomi e accadimenti come un veggente tra i detriti di un mondo che ha smarrito la propria origine. Con sguardo apocalittico e compassionevole, Ceronetti suggerisce che non c’è un filo che tenga, che il secolo si offre solo come groviglio. Eppure, dentro questo disordine, qualcosa pulsa ancora: forse il gemito della Nuit étoilée di Van Gogh, forse un frammento di luce serafica in grado di affiorare nel buio più estremo — anche solo per chi lo attende.


Scheda libro
Titolo: Cara Incertezza
Autore: Guido Ceronetti
Data di pubblicazione: 29 gennaio 1997
Editore: Adelphi
Pagine: 264 
Lingua: Italiano
Formato: Copertina flessibile





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