L'estate di San Martino: una leggenda

Oggi cade il giorno di San Martino, giorno in cui in molti paesi, fra cui quelli germanofoni, si festeggia un giorno dedicato alla modestia e all'altruismo, nel giorno dedicato a San Martino di Tours.

E' un giorno speciale in molte regioni europee, perché si commemora il Santo francese, un cavaliere non religioso che un giorno di freddo intensissimo, incontrando sulla sua strada un povero viandante mezzo nudo che tremava di freddo: nonostante avesse egli stesso freddo, tagliò a metà il suo prezioso e caldo mantello per donarlo al povero.

Quella stessa notte gli apparve in sogno Gesù avvolto nel mezzo mantello che egli aveva donato al povero, e allora San Martino capì che era stata una sorta di prova la sua. Qualcuno aggiunge che al mattino seguente Martino avesse ritrovato il suo mantello intero. Quando, dopo venti anni, terminò il servizio come cavaliere, depose definitivamente le armi, prese i voti e divenne vescovo di Tours. Fondò molti conventi, donando loro tutti i suoi averi, e si dedicò alla conversione dei popoli pagani dell'allora nord della Francia, del Belgio e delle Germania.

Alla leggenda di San Martino è legata la leggenda dell'estate di San Martino: ovvero quel breve intervallo di tre giornate quasi estive a novembre, intorno all'11, che sembra siano un ricordo del calore donato da San Martino al povero viandante, e un ricordo concesso da Dio per sempre.
E a questa leggenda europea si collega anche l'Indian Summer canadese.

San Martino ancora oggi si celebra nelle scuole steineriane e Waldorf e in tutte quelle regioni che si ricordano di questa leggenda, così come in alcune scuole di altro indirizzo. Viene celebrato in particolare in parti del Belgio, dell'Olanda, dell'Austria, della Germania, della Francia, Polonia, Lituania ed Estonia nel giorno della sepoltura del santo. Nell'era pre cristiana nello stesso periodo, metà novembre, si celebrava la festa della luce e della fertilità, e la combinazione delle tradizioni pagane con quelle cristiane ha portato a tradizioni molto belle.

Nei giorni che precedono l'11 novembre, i bambini costruiscono le proprie lanterne, spesso fatte di carta, o di legno di balsa e carta di riso, o di vetro, e il giorno 11 le portano in processione in molte cittadine (Martinsumzüge or Laternenumzüge). Spesso ad aprire la processione vi è un adulto che impersona San Martino, di solito vestito da legionario romano, a cavallo del proprio destriero.
I bambini seguono portando le proprie lanterne e alla fine della processione ci si raduna intorno a un grande fuoco per cantare canzoni dedicate a San Martino, si mangiano dolci e si beve vin brulé, qui chiamato Glühwein.

In Novembre si ha la consolazione di un brevissimo ritorno del tepore (che quest'anno, a dire il vero, non ci ha mai abbandonati), del bel tempo e dell'asciutto e sereno. Un'estate corta, secondo i proverbi: l'estate di San Martino dura tre giorni e un pochino. Ma anche: A San Martino, si veste il grande e il piccino. Infatti, se non è oggi sarà domani, la neve è vicina.

Per celebrare la giornata di sole, la sera i bambini portano in processione delle lanterne, cantando canzoni tradizionali, e in alcune zone bussano anche alle porte ricevendo o un dolcetto o un soldino.

Nelle scuole in cui viene ricordata la leggenda, i bambini imparano delle canzoni tradizionali fra cui ne trascriviamo una in francese che ricorda poi un'altra tradizione tutta italiana:

Saint Martin boit du vin

Saint Martin boit du vin
Dans la rue des capucins.
Il a bu la goutte.
Il l’a pas payée
On l’a mis à la porte
Avec un coup d’balai

SEcondo la canzoncina francese, San Martino beve del vino..e in Italia la festa dell'11 novembre coincide con la festa del vino novello, con molte feste a base di vino, castagne e altre prelibatezze autunnali che si svolgono in questa data, ma non solo: è anche, in alcune regioni, la "Festa dei Cornuti".
Alcuni studiosi ritengono la festa e il suo nome abbiano avuto origine dal fatto che in questo giorno si svolgevano feste e fiere per il commercio di bestiame con corna. Le corna nell'antichità erano un simbolo regale, adornavano la fronte degli dei, simboleggiavano potenza e luce nella tradizione cristiana; mentre nella tradizione greco-romana il “corno dell’abbondanza” era simbolo di fecondità e felicità.
In alcuni periodi i copricapo a forma di corna, come le corone medievali o le mitre di vescovi, indicavano il potere di chi li portava.

Da tanta storia e tanto intrinseco valore, le corna sono poi decadute così tanto nella tradizione popolare da arrivare a indicare la vittima del tradimento coniugale.

Carducci dedicò a San Martino una famosa, e forse oggi poco ricordata, poesia:
San Martino

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.


E a confermare la tradizione, oggi è una magnifica giornata di sole.
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