La maestra tra le stelle
Sono passati vent’anni dalla più grande tragedia spaziale americana, vent'anni da quei giorni di fine gennaio che segnarono il passaggio fra l’esaltazione reaganiana per la vittoria contro l’Urss ed un dramma nazionale, cupo e condiviso.
28 gennaio 1986. 11.39.
L’istante in cui l’America
esageratamente mediatica, quella dei buoni sentimenti e dell’orgoglio
smisurato, con il naso in su passò dall’esaltazione al dramma in pochi secondi,
gettando un’ombra cupa sul la sensazione di vulnerabilità scaturita dalla imminente fine della guerra
fredda.
Quel giorno l’America imparò una volta di più che le vittorie non sono garanzie di invincibilità eterna, anzi…
A Cap Canaveral, per del ghiaccio formatosi su una guarnizione, in un istante, non andò in fumo solo lo Space shuttle Challenge. In quella fiammata perse la vita anche la prima vittima civile, l’insegnante Christa Mc Auliffe, secondo le intenzioni di Reagan il segno tangibile, dato a tutto il Paese, di uno spazio non più esclusivo orizzonte militare ma nuova frontiera per la società americana.
Giovane, sorridente, pronta ad essere la prima a tenere lezioni di fisica nello spazio, Christa era stata la prescelta tra migliaia di insegnanti che si erano candidati al progetto Teacher in Space.
Finita la corsa agli armamenti, con la Russia incapace di inseguire Reagan nel galoppo dello scudo spaziale, ora l’astronautica poteva essere la nuova frontiera della America verso il nuovo millennio. Una visione da cowboy, che sostituiva gli Shuttle ai carri del West, la scienza alle nuove città da fondare.
Questo era l’orizzonte simbolico che aveva portato Corista, e tutta l’America, a Cap Canaveral.
Quel giorno però, in 73 secondi, tutto finì.
In tribuna, un padre e una madre videro perdersi in una serie di rottami incandescenti la propria figlia divenuta simbolo e spegnersi, l’ennesima illusione di un’America spensierata e sorridente.
Dopo, ci vollero tre anni perché gli Shuttle ripresero a volare, in un clima comunque cambiato.
Ce ne vollero invece 21 per udire le lezioni dallo spazio
che sarebbero dovute venire dalla voce di Christa.
L‘insegnante "spaziale" fu Barbara Morgan, la riserva di Christa allora.
Il mondo però era cambiato, e
mutate erano le tecnologie, mediatiche e scientifiche.
L’evento passò
sostanzialmente inosservato.
Dimostrando che anche la retorica e le speranze dell’America profonda, erano cambiate, come l'ottimismo di una vittoria mai veramente compiuta.
Gianbi :
La retorica è l'oppio dei popoli ma questo non toglie nulla alla realtà americana, unica nazione veramente vincitrice della 2 guerra mondiale con il totale asservimento alla sua dottrina economica del resto del mondo, non più capace di diffondere ideali più egualitari fra i popoli. | martedì 02 febbraio 2016 12:00 Rispondi