Keynes, quello di Bloomsbury
Il genio e la crisi. Nella Bloomsbury psichedelica e trasgressiva degli anni trenta, Keynes annunciò la via nuova per uscire dalla crisi economica che attanagliava il mondo.
Crisi e mondo. Noi, oggi, cerchiamo la via per uscire guidati da ragionieri, forse è proprio questo il problema... L'ultima grande crisi prima di questa, fu quella degli anni trenta. Se ne uscì, la via per uscirne però non la tracciarono quelli bravi con le forbici e il bilancino, ma un genio dalla vita assai sregolata.
Proprio negli anni in cui l'Italia a dirla con Churchill "minacciava il mondo con una pistola scarica" un intellettuale anomalo andava trasformando manuale e FAQ dell'economia globale. Se immaginate un matematico barbone e pedante, tipo Marx, siete fuori strada perché quel tale forgiava dottrine a Bloomsbury, fra le due guerre non solo crocevia di vicoli londinesi ma anche allucinogeno di arte, economia, chiacchiera e sensazioni proibite. Un cocktail di visioni nuove, effetto psichedelico anni settanta.
Oltre le derivate e le piramidi dei vecchi economisti. Oltre, il liberismo fideistico, il determinismo e il marginalismo John Maynard Keynes esplorò un esistere il cui motore erano... i castelli in aria.
Nell'anemia dei
bilanci statali che dovevano per forza tendere al pareggio, nell'apatia del non
intervento, della certezza che il mercato
è “bene” anche se le miserie delle periferie sono “male”, Keynes mostrò
il sudore su una strada in costruzione come bene economico fruttifero, da
anteporre all’inerzia caritatevole. Nuovi modi di guardare il mondo. Tratti di
matita per milioni d'investimento. John Maynard Keynes diventò ricchissimo,
spazzando via secoli e secoli di studi
sul rischio. Reddito non è l’inchiostro del passato, cioè i bilanci, ma
l'aspettativa. A muovere l'economia non
sono i conticini dei bottegai, il dare e l'avere, ma i passatempi dei garzoni e
i regali che le loro fidanzate vorranno. Castelli in aria, visioni geniali,
mettetela come volete.
Tutto questo mutamento di visione epocale mentre a Bloomsbury strascorrevano giornate e nottate di sensazioni a volte esagerate, a volte proibite, con personaggi che cambiavano il mondo della cultura come Virginia Woolf, Edward Blake, Ralph Vaughan Williams.