1934: quando i soldati al Brennero li portò Mussolini
E’ un momento storico a volte trascurato, che segnala un rapporto possibilmente diverso fra Fascismo e Nazismo. La storia parte dal 25 luglio 1934
25 luglio 1934. Il cancelliere austriaco Dollfuss viene assassinato da rivoltosi filonazisti che entrati nella sede della cancelleria, lo colpirono al collo.
La vittima dell’attentato era cancelliere dal 1932, e nel biennio di governo non aveva chiaramente nascosto la sua vicinanza a Mussolini, che vedeva come guida oltre che alleato preziosissimo.
Dall’altra parte, la Germania in formazione aveva a sua volta lanciato ioncorso con circoli austriaci, la teoria dell’Anschluss, l’annessione dell’Austria alla madre Germania, e sul territorio andava organizzando gruppi filonazisti pronti a prendere il potere, mitigati solo dall’allora ingombrante protettorato italiano sul governo, che arrivò persino a formare falangi volontarie per il partito regnate, coordinate e armate da Roma..
A luglio, su evidente ispirazione di Berlino, venne dato l’ordine di agire, assassinando l’ostinato cancelliere che continuava a guardare all’Italia come alleato e non all’ex partner della grande guerra.
A quel punto, la situazione si rivelò esplosiva e fu presa in mano direttamente da Roma, che provvide ad armare, guidare e mettere in campo le milizie austriache contro i rivoltosi nazisti, riportare in patria il vice cancelliere Stahremberg da Venezia, dove era in vacanza per riprendere in mano il governo e prepararsi ad ogni evenienza anche bellica schierando quattro divisioni sul Brennero, pronti all’eventuale sostegno al governo legittimo.
A quel punto, l’Europa ebbe in mano la possibilità di dividere per sempre i due dittatori, davanti ad un Mussolini che ingaggiò anche mediaticamente una battaglia culturale per mostrare la netta differenza fra fascismo e nazismo.
Invece, allora, i principali paese europei decisero di non schierarsi, forse altrettanto spaventatati dalla pistola che non sapevano “scarica” (citando Churchill) italiana, rispetto ad una Germania che ancora non pareva destinata a far paura.
La situazione alla fine si mitigò. Hitler fu costretto dall’italiano ad un passo indietro, dichiarando il rammarico per l’attentato.
Poi arrivarono le sanzioni per l’Etiopia, che contribuirono ad avvicinare i due dittatori, ma questa è altra storia…