Defensor fidei
Il 12 settembre 1683 a Kahlenberg, presso Vienna, si fronteggiarono l’esercito turco, comandato dal Gran Visir Mustafa Pasha, e quello della coalizione polacco-imperiale, guidato da Giovanni III Sobieski, re di Polonia. Dopo una lunga giornata di lotta, la vittoria arrise all’esercito cristiano che riuscì così a rompere l’assedio che accerchiava la capitale austriaca, durato quasi due mesi.
Dopo questi fatti l’esercito imperiale passò all’offensiva e giunse a riconquistare l’Ungheria e la sua capitale Buda, caduta in mano agli ottomani. Le vittorie cristiane si susseguirono per tutto l’ultimo decennio del XVII secolo, giungendo a ricacciare i Turchi oltre il mar Nero. Il trattato di Karlowitz, nel 1699, pose fine alle ostilità e all’avanzata musulmana in Europa.
Nell’ottobre 1956 in piazza San Pietro, una folla festante acclamava alla beatificazione di Benedetto Odescalchi, papa Innocenzo XI. Quale legame unisce questi due fatti? Torniamo indietro nel tempo.
Benedetto Odescalchi nasce a Como il 19 maggio 1611. Si avvicina alla Chiesa soltanto in età avanzata, e viene ordinato sacerdote nel 1650 in virtù della nomina a vescovo di Novara. Creato cardinale da Clemente X si avvicinò a quella fazione neutrale nel conflitto tra le due grandi nazioni cattoliche dell’epoca: Francia e Spagna. Salito al trono pontificio nel 1676, Odescalchi si dedicò subito a un’attenta riforma della curia. I suoi sforzi si diressero verso l’abolizione di quello scandaloso costume che era il nepotismo. Grazie al suo esempio, nel 1692, papa Innocenzo XII lo abolirà definitivamente.
In politica estera dovette difendersi dagli attacchi di Luigi XIV che stava cercando di creare una Chiesa nazionale francese non sottomessa al papa di Roma. Contemporaneamente gli Ottomani avanzavano in Europa puntando su Vienna. L’avanzata islamica generava il terrore nella popolazione europea del tempo. Non veniva temuta la dominazione politica, ma la cancellazione della civiltà cristiana, che significava per gli uomini dell’epoca la fine del mondo. Consapevole di questo, Innocenzo XI si adoperò con tutti i mezzi a sua disposizione per formare una lega di principi cristiani che combattesse contro il nemico per impedirgli di penetrare in Europa.
Il suo capolavoro diplomatico fu quello di convincere la riottosa nobiltà polacca a riunirsi sotto il controllo del re (sovrano più di nome che di fatto) per dirigere i propri sforzi contro un nemico comune. Grazie all’impegno del nunzio apostolico Obizzo Pallavicini, la lega Polonia-Impero fu stretta il giorno di Pasqua del 1683. Da quel giorno in avanti le vittorie cristiane divennero numerose e l’ultimo tentativo islamico di penetrazione in Europa fu fermato. Innocenzo XI divenne un eroe per gli europei del tempo che lo acclamarono come il difensore della fede, e il papa, per ringraziare Dio delle vittorie concesse ai cristiani su intercessione della Vergine, proclamò il 12 settembre festa del Santo Nome di Maria.
Per quale motivo il suo processo di beatificazione venne ripreso due secoli e mezzo più tardi, a metà del XX secolo? Quale nemico minacciava la Chiesa di Pio XII?
Negli anni quaranta, quando venne riaperto il processo di beatificazione, la Chiesa Cattolica non si trovava più a dover lottare in armi contro i Turchi e gli islamici, ma sosteneva una battaglia a colpi di scomuniche contro il comunismo. Dal 1917 il vero socialismo si era stabilito in Unione Sovietica e colpiva le istituzioni ecclesiastiche con confische dei beni e campi di concentramento per religiosi. Per evitare che tutto ciò si diffondesse nel mondo, la Chiesa aveva bisogno di proporre modelli vincenti ai suoi fedeli, uomini che con la forza della loro fede avevano respinto coloro che volevano minacciarla.
Ed ecco allora la beatificazione di Innocenzo XI: colui che era stato scudo dell’Europa contro i musulmani avrebbe difeso la Chiesa contro il pericolo di un’invasione comunista, vista da molti come la possibile fine della civiltà del benessere e della libertà. Nel discorso ufficiale preparato per la beatificazione, Pio XII ricorda che Innocenzo XI combatté strenuamente contro i nemici esterni della fede e difese il cristianesimo da ogni minaccia guadagnandosi il titolo di defensor fidei. Per questo motivo ancora oggi i credenti possono vedere in lui un modello di difesa della Chiesa e della fede.
Oggi la festa del beato Innocenzo XI si celebra il 12 agosto, giorno della sua morte, nel 1689.