Istanbul

Istanbul è un ricamo dal gusto orientale, fatto di curve e rifinito con l’oro. Tondeggianti sono le cupole delle moschee, tonde sono le piazze, le fontane, la torre di Galata che si scorge da lontano, là, oltre il fiume.

Rotonda diviene la bocca del muezzin quando recita le sue preghiere, quando canta negli altoparlanti il suo Credo, svegliando il fedele addormentato. È una città che abbraccia il visitatore, lo avvolge nel suo manto fatto di strade, di bazar chiassosi e profumati di spezie, dove smarririsi si trasforma in un autentico piacere per gli occhi, le orecchie, la bocca.


Camminando lungo le vie principali della città sarà inevitabile essere fermati e invitati dai camerieri a sedersi in qualche piccolo caffè. Dentro potrete vedere vecchi con i turbanti che giocano a scacchi o a dama, potrete gustare un bicchiere di the caldo o di caffè turco e provare il sapore fruttato della miscela del narghilè. 


Istanbul ha molti modi per sorprendere il visitatore, ma forse l’immagine più bella che possa regalarvi è quella del volo dei gabbiani sopra le guglie della moschea blu, il suono del loro garrito che si fonde con la voce un po’ metallica del muezzin che prega e il ticchettio dell’acqua con cui i fedeli di lavano mani, piedi e testa prima di entrare a pregare. 


Se per molti Istanbul rappresenta una finzione tutta occidentale, fidatevi quando vi dico che non vi è artificio alcuno negli spaccati d’oriente che vedrete volgendo gli occhi al cuore della quotidianità che anima le vie di questa città nello stesso modo da secoli.


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