Inis Mòr
Arrivare a Inis Mòr non è una passeggiata: l’imbarco è a Rossaveel su di un traghetto un po’ sgangherato che già da fermo traballa sospinto da onde birichine. Poi la partenza, il motore sbuffa e le onde si frangono contro la prua facendo sobbalzare la nave.
I passeggeri stringono le maniglie delle poltrone e chiudono gli occhi, per venti minuti tutto sarà tremito e spruzzi: l’oceano vi da il benvenuto.
Se non fosse per il molo di pietra e le quattro case colorate che si affacciano sulla spiaggia, qualsiasi viaggiatore potrebbe provare ancora, a distanza di anni, quell’orgoglio che fu di Colombo nel posare il piede su di una terra vergine, e molto probabilmente, il paesaggio selvaggio che si offre ai vostri occhi è lo stesso che ammirarono i naviganti che approdarono nell’isola durante l’età del ferro, gli stessi che costruirono una piccola fortificazione sulle scogliere a strapiombo sul mare. Il modo migliore per godere delle bellezze paesaggistiche dell’isola è fare un giro in bicicletta lungo il suo perimetro di 15 Km. Lungo il giro osserverete il modo in cui la brughiera tinge l’isola di verde, giallo e rosso d’ottone mentre l’erica ne colora i bordi di bianco e viola, vedrete gli alberi modellati in costruzioni nodose dal soffio del vento e il mare stendere sulle spiagge conchiglie, alghe gommose e chele di granchio: ruderi dei suoi abissi. Ammirerete un piccolo cimitero dalle lapidi ricoperte di muschio e licheni, anch’esse piegate dal vento e una piccola chiesa senza tetto. Alla fine della giornata concedetevi un momento davanti al fuoco in uno dei due pub presenti sull’isola e gustate la tipica zuppa di pesce con pane di soia e burro, accompagnata dall’immancabile pinta di birra irlandese.