"Senza gli altri": la solitudine come esperienza assoluta secondo Tommaso Tuppini
In Senza gli altri, Tommaso Tuppini esplora la solitudine come esperienza intensa e autonoma, capace di aprire a una dimensione assoluta dell’esistenza. Contro la retorica dominante della relazione, il saggio invita a riscoprire il valore del distacco dagli altri come forma di libertà e conoscenza.

22 agosto 2025
Con Senza gli altri, Tommaso Tuppini firma un saggio filosofico che scava a fondo nell’idea di solitudine come esperienza radicale e autentica, non necessariamente negativa. Controcorrente rispetto alla retorica dominante di «relazione», «condivisione» e «partecipazione», il libro propone un elogio del ritiro, dell’assenza e dell’interiorità come luoghi di intensità e libertà. Il tono è chiaro ma colto, a tratti ironico, spesso provocatorio, e la scrittura mescola agilità giornalistica e profondità accademica. In poco più di cento pagine, Tuppini mette in discussione alcuni dei presupposti più diffusi della nostra epoca, a partire da quello aristotelico che vede nell’uomo un animale essenzialmente sociale.
Le origini del culto degli altri
La prima parte del libro — significativamente intitolata L’Impero degli Altri — ricostruisce come l’ossessione contemporanea per l’alterità si sia formata nel pensiero del Novecento. Il viaggio comincia nella teologia protestante con Rudolf Otto, passa per la critica sociale del Collegio di sociologia degli anni Trenta (Georges Bataille in testa), e approda infine alla filosofia francese della seconda metà del secolo. L’autore mostra come la figura dell’Altro, da mistero affascinante e terribile, sia diventata il perno concettuale di molte teorie del soggetto, dell’etica e del desiderio. Tuttavia, questo processo ha prodotto anche effetti collaterali: l’impossibilità di pensarsi da soli, la stigmatizzazione del silenzio, e una diffusa ansia di riconoscimento.
La solitudine come resistenza
Contro il collettivismo burocratico e la socialità imposta, Tuppini individua nella solitudine non una carenza, ma una forza. Le esperienze solitarie, sostiene, sono le uniche capaci di spalancare all’«assoluto», un concetto che l’autore riprende da William James: si tratta di momenti intensi, fuori dal tempo, che non hanno bisogno degli altri per essere autentici. Dall’acedia dei monaci medievali alle dormite dei pastori greci colti dal «demone meridiano», dalla gioia infantile di restare a casa malati alla solitudine pandemica, il libro offre una piccola fenomenologia dell’isolamento come forma di conoscenza e apertura. Non si tratta di misantropia, ma di una disposizione ad accogliere ciò che sfugge al controllo, all’utilità e alla parola.
Contro il mito della relazione a ogni costo
Tuppini non nega il valore delle relazioni umane, ma contesta l’idea che siano sempre necessarie, sempre benefiche e sempre desiderabili. Al contrario, l’egemonia della relazione rischia di produrre un conformismo invisibile, dove tutto dev’essere condiviso, comunicato, partecipato. In questo contesto, la solitudine non è solo un’esperienza, ma un atto politico, un gesto di resistenza al rumore e alla visibilità forzata. Il libro invita a immaginare spazi e tempi non colonizzati dagli altri: un libro dimenticato in biblioteca, un fuoco che arde senza spettatori, un pensiero che non si dice. Senza gli altri è un invito a riscoprire la forza di ciò che si compie nel silenzio.
Federica Chimenti
Scheda libro
Titolo: Senza gli altri. Esperienza assoluta e solitudine
Autore: Tommaso Tuppini
Editore: Solferino
Data di pubblicazione: 21 febbraio 2025
Lingua: Italiano
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 320
22 agosto 2025