“Ci proteggerà la neve”: un romanzo per non dimenticare

L'ultimo romanzo di Ruta Sepetys è una dedica a tutti coloro che le pagine di storia hanno cancellato, per far conoscere al mondo una terribile tragedia.

Ruta Sepetys è una scrittrice di origini lituane che, nei suoi romanzi storici, si concentra su episodi che sono oramai ricordati da pochi. Se in "Avevano spento anche la luna" racconta la storia della quindicenne Lina, costretta ad abbandonare la propria terra insieme alla famiglia per essere condotta nei campi di lavoro in Siberia, in quelli che vengono chiamati Gulag e che spesso sono ancora omessi dalle aule scolastiche, "Ci proteggerà la neve" si concentra su un'altra pagina nera della storia mondiale. Ruta Sepetys racconta la tragedia della Wilhelm Gustloff, una nave che affondò il 30 gennaio 1945 e “che causò il maggior numero di vittime nella storia della marina”, come spiega l'autrice stessa.
Novemila persone persero la vita in questo tremendo attacco delle truppe sovietiche e il loro dolore, la loro tragedia, viene raccontata da quattro voci, che si uniscono nel creare un bellissimo e indimenticabile romanzo. 

Joana ha ventun anni, è un infermiera, ed è in fuga dalla Lituania alla ricerca di un porto sicuro, che sembra sempre più lontano, ora che la Prussia sta per essere invasa dalle truppe sovietiche. Emilia di anni ne ha quindici e custodisce dentro di sè un enorme e faticoso segreto. È la rappresentazione di tutte quelle donne che la guerra ha profondamente distrutto e lacerato, quelle donne che si rifugiavano in un sogno pur di non affrontare la quotidianità.  
Florian è prussiano, coraggioso e brillante: la sua storia si intreccia con le migliaia di opere d'arte sottratte dal nazismo , una terribile realtà a cui lui, involontariamente, ha preso parte. 
Infine Alfred, un ariano puro, imbevuto di ideali nazisti, che gli hanno completamente offuscato la vista. 

Queste le quattro giovani voci che raccontano questa tragedia, ormai da molti dimenticata. 
Ma come nel resto dei suoi romanzi, Ruta Sepetys conclude lanciando un bellissimo messaggio di speranza. Perchè la vita va avanti, le storie si susseguono e, anche nei momenti più difficili, è necessario tenere gli occhi aperti sul futuro, senza però dimenticare il passato. 

Esposizioni a confronto
Uno dei quadri della personale di Carla Bruschi
"Un'inquieta sernità del visibile", la mostra curata dal Critico d'Arte Lorenzo Bonini alla Umanitaria di Milano
Paesaggio N.8, acquarello su cartoncino, 36x51 cm, 2015
Tanto più forte l'arte imita la vita, quanto più forte la vita imita l'arte.
danseur blanc I, pastello bianco su cartoncino 35x50, 2016, Canosso
La bellezza di un corpo, che innocente, balla al chiaro di luna
Dimensioni 24x32 cm, acquarello su carta, 2013.
Una mostra per ricordare l'arte e l'impegno del pittore e poeta recentemente scomparso, Giovanni Torres La Torre
La ripresa delle attività è una liberazione
Giornata dei lavoratori.
Il settimo appuntamento del