STARING BACKWARDS camminando all'indietro

Camminiamo, camminiamo. Camminiamo tutti i giorno ma, quale significato ha questo camminare? Camminare serve a raggiungere un posto. Un luogo. Camminiamo per andare a scuola o per andare a lavoro. Camminiamo. Camminiamo. E quando siamo in ritardo, allora corriamo. Ma alla fin fine, è sempre la stessa cosa; solo che lo si fa più velocemente

Camminiamo per raggiungere un parente, un amico oppure, camminiamo per raggiungere la persona che amiamo e qui, allora, Il passo si fa veloce, rapido, costante.

Ma quanto spesso camminiamo per noi stessi e basta? Per noi stessi, non per gli altri! Non per dovere o necessità. Per semplice piacere. Una passeggiata al mare, in montagna. Non importa dove, basta che funzioni!

A volte guardarsi, ma guardarsi dentro, guardarsi per davvero, ci regala emozioni, sensazioni, che forse, dimentichiamo di avere. Camminare per se stessi, camminare da soli, ci fa meglio apprezzare la natura delle cose e quindi, ci fa meglio apprezzare noi stessi. Per farlo, però, bisognerebbe smettere, almeno per un attimo, di guardare con gli occhi e provare a guardare, a sentire con il cuore.

Se si camminasse all’indietro, cosa accadrebbe?

A questa domanda hanno cercato di dare una risposta Alessio Calciolari e Filippo M. Ceredi, che in collaborazione con Cinzia Delorenzi e con il supporto di ZONA K, all’interno di ISOLA KULT, festival culturale del quartiere isola, hanno dato vita ad un “esperimento”, che prende il nome di STARING BACKWARDS. Il primo raduno cittadino di camminata all’indietro, tenutosi sabato 24 settembre, a Milano presso piazza Gae Aulenti. L’obiettivo, pensato dagli organizzatori del progetto, è stato quello di scoprire l’effetto che fa allontanarsi dalle cose, anziché andare loro incontro. E quale miglior modo di farlo, se non provare a camminare all’indietro? (Testo e foto Massimo Chisari)

Per maggiori info, visitate la pagina:

http://filoceredi.wixsite.com/staringbackwards

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