Angela Merkel e il dono di non saper parlare ai bambini
Difficile, difficilissimo parlare ai bambini, perché a loro devi spiegare le cose in maniera semplice, senza numeri, magari rendendo un senso delle cose chi si spieghi con la vita, con le azioni e le giustizia o l’ingiustizia degli uomini, non con le cifre, coi bilanci, con concetto di debito come male assoluto. E’difficile parlare ai bambini, come ha dimostrato l’altro giorno Angela Merkel, perchè a loro un nein non basta, per loro la vita può essere ancora fatta dal trovare un senso, una spiegazione ad una casa che chi gioca con loro ha, e loro no, e voler chiedere una possibilità di studiare come gli altri bambini, ne’ più ne’ meno, al di là del passaporto, della provenienza, al di là di tutto. Ed è difficile parlare con i bambini perchè se a loro il conto non torna, e sentono ingiustizie, e vedono spegnersi l'entusiasmo di un desiderio non sparano, non sbraitano, non smaniano, semplicemente... piangono. E tu, i tuoi nein, i tuoi diktati, la tua durezza, alla fine non sai cosa fare, e scicopri di essere tu, alla fine, la vera sconfitta.
Nicola Sacco, che con Bartolomeo Vanzetti fu giustiziato innocente da un sistema inesorabile, che voleva punire in lui lo straniero, nonché l’anarchico, scrisse a suo figlio di non dimenticare mai, crescendo, la gioia dei giochi. Già, è più o meno riuscire ancora, da adulti, a guardare il mondo con gli occhi di un bambino.
Magari saper mantenere lo stupore e l’amarezza davanti all’eterna battaglia fra realismo (perché davvero non si possono accogliere tutti) e realtà (perché davvero ciò crea bambini di serie A e altri di serie B).
Si, Ci sono problemi, come quelli dell'immifrazione, che soluzioni perfette non ne hanno, e probabilmente, davanti ad essi, essere giusti è trovare la giusta approssimazione fra il massimo bene possibile e il non far nulla. Ma lo stesso, in qualsiasi luogo lo si collochi quel possibile, il confine fra l’intelligenza e l’idiozia, fra la verità e la propaganda, sta nella sottile sfumatura di saper rispondere alle domande dei bambini. Perché esiste una realtà che non si dipinge coi numeri, ma con l’anima, e anche quella dovrebbe entrare nelle categorie della politica. Si usasse ancora la parola, quel sapere potremmo riassumerlo nel concetto di cultura. Oggi, la parola non è di moda, e allora chiamiamolo buon senso, il parlare con il respiro, e non con l’acido gastrico. Dono introvabile? Probabilmente sì, oggi.