“Una battaglia dopo l’altra”, quando un sogno finisce
Film brillante e folle sul tema della lotta per la libertà contro il sistema.
Una delle migliori pellicole del 2025
La scelta giusta al momento giusto
Capita a volte che il cinema racconti momenti di vita reale che si accendono attraverso lo schermo. La guerra, la povertà, la morte sono solo alcune delle tante atrocità che si vedono ogni giorno ma che solo alcuni vivono davvero e poter vedere attraverso i propri occhi quegli attimi è già una profonda lezione di umanità. In questa storia, il regista ci racconta non una semplice storia di guerra, con soldati pronti a rischiare la propria vita per il bene della patria, ma quella di un gruppo di uomini e donne che, attraverso la lotta armata, tentano di cambiare il sistema politico della propria nazione, piuttosto che salvarlo. Una scelta strategica per spiegare quello che, in modo più o meno condiviso, è oggi il pensiero di alcune persone, agire per cambiare tutto. Cambiare le regole affidandosi a sé stessi.
Il declino della figura di rivoluzionario
Nel film di Paul Thomas Anderson, troviamo un Leonardo DiCaprio bizzarro e bohémien che gira per le strade di giorno e di notte, indossando una vestaglia da camera con tanto di occhiali neri scuri e un passamontagna, intento a ritrovare la figlia scomparsa. DiCaprio/Bob/Pat è un ex rivoluzionario americano rifugiatosi in clandestinità dopo numerosi anni passati a combattere il governo americano a fianco di un gruppo rivoluzionario di estrema sinistra chiamato French 75. Durante gli anni da combattente per la libertà ha incontrato Perfidia “Beverly Hills”, leonessa incandescente ribelle, sua compagna nella lotta armata contro il governo e nella vita privata, da cui poi ha avuto una figlia, Willa. Dopo la nascita della figlia e la morte della compagna, Pat è costretto a fuggire e trasferirsi lontano al fine di proteggere la vita della sua bambina e sfuggire alle forze dell’ordine. In questo periodo, lungo più di 15 anni, il protagonista diventerà dipendente dalle droghe e dall’alcol allontanandosi dalla figura di terrorista che era diventato e cercando di concedere a se stesso e a Willa una vita normale. Purtroppo, però, quella loro vita tranquilla verrà presto scossa dagli errori del passato venuti a reclamare il conto. Nonostante provino a scappare e a nascondersi da chi dà loro la caccia, sia Pat che Willa verranno braccati da un ufficiale delle forze armate americane, il capitano Lockjaw, interpretato da un magnetico e implacabile Sean Penn in stile Terminator, che ha con Pat e la figlia un vecchio conto in sospeso. Sia il padre che la figlia verranno divisi dalla fuga e per ritrovarsi verranno aiutati da un saggio maestro di karatè Sergio St. Carlos (sensei), anche un lui un rivoluzionario, interpretato da un Benicio De Toro perfetto nel ruolo.
Vinci o muori
Quando si è in guerra ci sono almeno tre cose che ti spingono a combattere, a resistere e che ti portano infine, se sei fortunato, alla vittoria: le idee, l’amore e la sostanza. L’idea di un futuro migliore, o almeno l’idea di come dovrebbe essere un futuro giusto per la società, spinge gli uomini a combattersi l’un l’altro arrivando perfino ad uccidersi al fine di trasformare quel sogno in un fatto vero e tangibile. L’amore per i propri cari e per le loro stesse vite. Tutto al fine di concedere loro un mondo in cui possano realizzare i propri interessi e le proprie ambizioni. L’amore stesso per quell’idea che vive fino in fondo e che spinge i soldati a compiere la loro missione. Ma non basta. Bisogna avere anche sostanza e ingegno per affrontare e sconfiggere il nemico comune. Questa la cifra del film. L’amore di un padre per la figlia, l’idea di una società migliore e il coraggio, anche estremo, di portare le proprie ambizioni fino in fondo. Ciò che maggiormente salta all’occhio sono proprio quei sogni di libertà e giustizia, che pur non riuscendo a realizzare per sé, coltivano la speranza per il futuro delle generazioni a venire.
Leonardo di Caprio si confronta con Cilian Murphy
Damien.
Il film “Una battaglia dopo l’altra” sembra rifarsi ad un altro film di guerra, uscito diversi anni prima, con protagonista un giovanissimo e allora semi sconosciuto Cilian Murphy, intitolato “Il vento che accarezza l’erba”. Uscito nel 2006 e diretto da Ken Loach, il film racconta le vicende di un giovane medico irlandese, Damien O’Donovan (Murphy), durante il periodo della guerra d’indipendenza irlandese e la conseguente guerra civile. Il giovane Damien, come altri cittadini irlandesi, vive e subisce costantemente la predominanza e le angherie dell’esercito britannico, ma a differenza dei suoi amici e di suo fratello Teddy, predilige la strada della non violenza. Ma, dopo aver visto la crudeltà da parte degli ufficiali inglesi ai danni della sua gente, Damien deciderà di unirsi alla resistenza compiendo atti di violenza che lo macchieranno per il resto dei suoi giorni. Colpisce la somiglianza tra i due protagonisti: sia Murphy che DiCaprio rappresentano un tipo di combattente riluttante al conflitto, qualcuno che decide di “fare la guerra” pur non possedendola nella propria carne. Entrambi appaiono fragili e inadeguati rispetto a coloro che “scrivono la storia”, ma si ritroveranno, loro malgrado, ad avere un ruolo determinante.
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