La buona economia di Hollywood

Un film ancora oggi perfetto. Per molti una favola. Per altri un paradigma. In generale il sogno di un mondo diverso. Buono per Natale ma non solo. Quando Hollywood credeva al new deal

Ai nostri tempi, “La vita è meravigliosa” di Frank Capra era un film che regolarmente mandavano  quando c’era la Fiera Campionaria e straordinariamente la Rai Tv mandava le trasmissioni anche alla mattina.
Stiamo parlando di un film vincitore dell’Oscar 1947, una delle migliori vetrine dell’america del primissimo dopoguerra. La faccia sorridente di quegli Stati Uniti che stavano risollevando l’Europa col piano Marshall, ma solo uno dei tanti volti del cinema statunitense, perché allora la macchina intellettuale e progressista di Hollywood sapeva anche trovare il coraggio giusto per mettere in scena, in una sorta di realismo americano, anche la fame del ’29 letta e sceneggiata attraverso un romanzo di Steinbeck crudo e disperato come “Furore”.
“La vita è meravigliosa” è sostanzialmente una favola, che anche oggi, comunque sembra possedere doti miracolose perché, se con un qualche stratagemma riesci ad inchiodare davanti al teleschermo, i ragazzi che sistematicamente sfuggono i film anni ottanta tipo “ritorno al futuro” perché, cito “sono troppo vecchi”, dopo i primi minuti in cui li vedi lottare col disagio del bianconero, i nostri “figli” te li trovi rapiti e sognanti fino alla fine, con meraviglia e stupore, probabilmente gli stessi sentimenti che avevamo noi davanti ai libri avventurosi di Emilio Salgari. Leggere un libro. Roba d’altri tempi, eh…
“La vita meravigliosa” è un film grandioso, che nella semplicità nasconde la genialità di una sceneggiatura perfetta, ma anche la riproduzione fedele di una visione economica, quella delle trust, le cooperative edilizie come diciamo noi, in una visione che sotto sotto sembra giustificare un intervento “governativo” di fronte alle voracità del capitalismo “selvaggio”.
Una visione coraggiosa, tipicamente Hollywoodiana tutto sommato, comunque organica all’interventismo economico impresso dal New Deal, che qualcuno oggi mette in parallelo con la politica dei contemporanei regimi fascismi europei, ma che comunque fu una rivoluzione in campo economico capace di rimettere in piedi una potenza industriale in pochi anni.
Quello dell’interventismo, del sostegno pubblico, del privato cattivo, o buono, del globalizzato, del particolare indifeso, sono concetti ancora dibattuti in questi tempi, quelli di un’altra crisi.
La vita è meravigliosa, sembra strano, ma riesce a darti una lettura diversa della realtà. Quella dell’anima del buon senso. Quella del valore dell’insieme. Quella della matematica dello sforzo comune. Quella del limite del bene, e del male. Insomma quella di una via morale possibile anche in campo economico.
Dunque, giusto per togliersi un po’ da addosso la corazza spesso impietosa dei grandi principi, conviene riguardarselo il capolavoro di Frank Capra. Ne vale davvero la pena, con il vantaggio in più di ritrovare il sorriso. Perchè guardare una storia semplice che nasconde temi importanti può aiutare a mettere a posto le cose. Infilare i grandi concetti nelle piccole parole, e ridimensionare le grandi parole spesso vuote con la valenza dei concetti semplici, popolari. Anche oggi, è innanzitutto di questo che il mondo ha bisogno di fronte ad una economia pompata peggio di un culturista fatto di steroidi. Le cose   messe a posto fra intelligenza, correttezza, capacità e… semplicità.
Le cose essenziali non le vedi con gli occhi, diceva il piccolo principe… Eppure, a volte, forse per miracolo, o forse solo per genio artistico, anche se in biancoenero, le cose essenziali possono anche apparire ben evidenti….

LA SCHEDA DEL FILM

titolo originale It's a Wonderful Life

anno 1946

regia Frank Capra

genere Commedia

durata 130 min.
sceneggiatura F. Capra • F. Goodrich • A. Hackett

cast J. Stewart (George Bailey) • H. Travers (Clarence Angelo Cust) • L. Barrymore (Potter) • G. Graham (Violet) • F. Albertson (Sam Wainwright) • D. Reed (Mary Hatch) • F. Faylen (Ernie)

musiche D. Tiomkin

fotografia J. Biroc • J. Walker

montaggio W. Hornbeck
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Tanto più forte l'arte imita la vita, quanto più forte la vita imita l'arte.
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