L'immagine in movimento: illusione e sperimentazione

La storia del Cinema, definita anche come la “settima arte” iniziò “storicamente” dall’archeologia della lanterna magica.

Il cinema, inteso come proiezioni di immagini in successione di movimento, ebbe numerosi antenati che risalgono a noi fin dal mondo antico; in oriente esisteva la rappresentazione delle ombre cinesi, mentre in occidente, con la camera oscura di Leonardo da Vinci del 1490, si diede inizio a studi ottici sulle proiezioni tramite cristalli oculari.(le lenti) I tentativi di ricreare meccanicamente immagini in movimento tali da riuscire ad ingannare l’occhio e dare l’illusione di guardare una azione “reale”, diventarono vari e differenziati. Con la nascita della cultura industriale meccanica, nella seconda metà del XIX° secolo, tecnologia e sperimentazione contribuirono allo sviluppo di quel bagaglio di nozioni tecniche e culturali legate alla cinematografia. Ripensiamo per esempio a 'ordigni' come lo zootropio, il flip-book, il taumatropio, lo stroboscopio, il fenachistoscopio, lo praxinoscopio ecc. Gli apparecchi più significativi furono:

il taumatropio, composto da un disco con immagini complementari sulle due facce (cavallo e cavaliere, uccello e gabbia, calvo e parrucca ecc.) che veniva fatto ruotare grazie a due stringhe legate sull'asse orizzontale, in modo che si sovrapponessero le due figure; fu ideato da John Ajrton Paris nel 1825, un famoso medico inglese che creò questo strumento come prova scientifica della persistenza dell'immagine sulla rètina.

Il fenachistoscopio formato da un dischetto perforato e rotante dotato di una dozzina di immagini in sequenza, fu ideato quasi contemporaneamente da Joseph-Antoine Plateau a Bruxelles, e da Simon Stampfer a Vienna, nel 1833. Permetteva a un'immagine, fissata su un disco, di ruotare su se stessa, in una dozzina di fasi successive: una specie di “carillon” visivo. L’apparecchio venne considerato uno dei più diretti antenati della pellicola cinematografica.


Lo praxinoscopio ideato nel 1878 da Emile Reynaud, continuò fino al 1900 a proiettare le sue " finzioni luminose" al Museo Grévin di Parigi, mostrando al pubblico le sue meraviglie come "Théatre optique": si trattò di autentiche rappresentazioni "boulevardières" aventi come soggetto gli amori di Pierrot o le vicende balneari dei primi villeggianti dell'epoca, disegnate e presentate su uno schermo.

Nel 1891 negli Stati Uniti Thomas Alva Edison e William Dickson misero a punto il kinetoscopio : il dispositivo consentiva, attraverso un mirino e girando una manovella, la visione di un brevissimo film a un solo spettatore per volta. Queste rappresentarono le prime sperimentazioni strumentali, tuttavia, il primo e più diretto rapporto, il cinema lo instaurò naturalmente con la tradizione della fotografia che, ad opera di Joseph-Nicéphore Niepce nel 1826, vide nascere il fotogramma, e affermarsi tecniche di riproduzione e stampa, proiezioni di “fotografia animata” e molte ricerche di nuove forme espressive pressoché analoghe in tutti i paesi.


La storia del Cinema, definita anche come la “settima arte” iniziò “storicamente” dall’archeologia della lanterna magica. Strumento di proiezione d’immagini in movimento che proiettava su parete o su schermo, in una camera buia, figure dipinte solitamente su vetro e illuminate da una candela posta dentro una “lanterna”o contenitore, la cui luce veniva filtrata da un foro sul quale era applicata una lente. Risale al 1466 la più remota descrizione di una lanterna magica, nel testo Ars Magna Lucis et Umbraedel in decem libros digesta...(Roma, ex tipografia Ludoici Grignani, 1658) del padre gesuita Athanasius Kircher. All’epoca però lo strumento doveva essere già conosciuto alle corti europee, importato forse dalla Cina, attraverso la mediazione araba. Christiaan Huygens, astronomo e fisico matematico olandese, nel 1659 in un suo manoscritto, la nominò fra le sue invenzioni, definendo lo strumento brevettato proprio col nome di lanterna magica. In Italia a Matteo Campani degli Ameni, sacerdote e ottico dello Stato Pontificio, attorno al 1678 venne attribuita l’invenzione dell’apparecchiatura. (Abate Don Giacinto Amati, Ricerche storico-critico-scientifiche sulle origini, scoperte, invenzioni e perfezionamenti....., Milano, 1830 Tomo IV).


Differente per modo di fruizione, fu il mondo nuovo, una sorta di scatola illuminata all’interno dove però, a differenza delle immagini della lanterna magica che venivano proiettate verso l’esterno, queste furono utilizzabili guardando dentro la scatola stessa. Usato dagli ambulanti francesi attorno al 1700 nelle feste paesane, il dispositivo, al contrario della “lanterna magica”, poté essere usato anche all’aperto, alla luce del sole.

La rapida successione di immagini che conteneva una ripresa frazionata della stessa azione presente in questi apparecchi, fu alla base di quella illusione ottica che noi oggi conosciamo con il nome di cinematografo. Ma, solo con il dispositivo dei fratelli Lumière, si giungerà ad una consapevolezza tecnologica e creativa che avrà in seguito uno sviluppo industriale e culturale a livello globale. Da questo momento in poi si avvieranno, nei vari paesi, vere e proprie attività di cineriproduzioni a livello industriale.

 

 


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