Pavia: musica, teatro e poesia inaugurano l’autunno del Teatro Fraschini

Tre appuntamenti tra voci bianche, archi e parola scenica: dalla Scala a Toni Servillo, un viaggio nella bellezza sostenuto dalla Fondazione Monte di Lombardia

Tre serate “extra-ordinem” per un autunno che celebra la bellezza in tutte le sue forme. È la proposta del Teatro Fraschini di Pavia, che apre la nuova stagione con un trittico di appuntamenti dove musica, teatro e poesia si incontrano in un dialogo profondo e coinvolgente.

«Abbiamo voluto puntare sulla novitàspiega Francesco Nardelli, direttore generale del Fraschinioffrendo tre esperienze artistiche diverse ma unite dallo stesso intento: emozionare e creare riflessione». La rassegna, sostenuta dalla Fondazione Monte di Lombardia e realizzata in collaborazione con il Teatro alla Scala e il Piccolo Teatro di Milano, punta a rafforzare la qualità dell’offerta culturale cittadina e a rendere Pavia un centro sempre più vivo di arte e cultura.

Le voci bianche della Scala aprono la rassegna

Il primo appuntamento, sabato 12 ottobre, vedrà protagonista il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala, diretto dal Maestro Bruno Casoni e accompagnato al pianoforte da Marco De Gaspari. Il programma attraversa generi e epoche, da Ennio Morricone e Henry Mancini ai musical di Rodgers & Loewe e Leonard Bernstein, per una serata in cui la freschezza dell’infanzia incontra la grande tradizione della musica corale.

I Cameristi della Scala, virtuosismo e lirismo

Il secondo appuntamento, mercoledì 6 novembre, sarà affidato ai Cameristi della Scala, ensemble di 15 musicisti dell’orchestra scaligera, riconosciuto a livello internazionale. Con i solisti Francesco Manara (violino) e Massimo Polidori (violoncello), il concerto spazierà da Vivaldi a Verdi, passando per Sivori e Bazzini, in un viaggio sonoro che intreccia virtuosismo tecnico e intensa espressività.

Toni Servillo e la parola che salva

Chiuderà la rassegna, venerdì 8 novembre, Toni Servillo con “Tre modi per non morire. Baudelaire, Dante, i Greci”, testo di Giuseppe Montesano. Un percorso teatrale che diventa antidoto alla “non-vita”, un invito a riscoprire, attraverso la parola e l’arte, la vitalità del pensiero e dell’animo umano.

Tre appuntamenti, dunque, per esplorare mondi diversi ma complementari, dove la musica e la parola diventano strumenti di emozione e conoscenza. Un’autentica celebrazione della cultura come ponte tra sensibilità, memoria e futuro.
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