Sottsass, Fontana, il gesto, la magia

Quello in fotografia è un “gesto” semplice. Un taglio, sulla tela. Quel gesto d’artista italiano, Lucio Fontana (che ha scatenato tutti i commenti possibili compreso quello “ero capace di farlo anche io”) ha cambiato la storia dell’arte. Una tela dilaniata, una ricerca dell’infinito che stava al di là del tessuto. Ecco, a volte, un semplice gesto, può arrivare fino alla ricerca dell’infinito.
Però non tutti i gesti hanno la stessa valenza e non tutti i gesti sono destinati a durare. Citando Ettore Sottsass, uno dei geni del design italiano

“Non e? la stessa cosa rovesciare un bicchiere d’acqua perché? voglio bagnare la terra o rovesciarlo per compiere un gesto di magia che richiami dal cielo la pioggia. Come non e? la stessa cosa perfezionare uno strumento con i procedimenti razionali che usiamo noi o perfezionarlo con la magia. Sono, per l’uomo e riguardo all’uomo, due procedimenti diversi. Cosi?, ho sempre pensato che il design cominci dove finiscono i procedimenti razionali e cominciano quelli magici.”

Ettore Sottsass jr. Un uomo che ha disegnato la “forma“ del boom in una Italia che in economia sapeva vincere, e non perdere. Quella che, nella creatività, guidava l’Europa, non la subiva.

Citiamolo ancora, Sottsass. Fabbricare e lanciare una freccia è un gesto, ma…

“…gli uomini non hanno mai deificato le frecce. Hanno casomai deificato gli animali che venivano uccisi dalle frecce o hanno sublimato in qualche modo l’idea degli animali, o il piu? delle volte hanno deificato se stessi. A questo punto (un punto che e? molto vicino all’origine degli strumenti ma può? anche non esserne l’origine stessa) comincia il design, che a quei tempi significava incidere sulle frecce dei segni magici, simboli e cosi? via o anche dare una forma speciale alle frecce.”.

E’ il nostro segno. Noi italiani non saremo mai i cacciatori più spietati, le nostre frecce non saranno mai le più appuntite, probabilmente raramente saremo in grado di ottenere i ricavi marginali più efficienti, ma saremo gli unici capaci di dare a quelle frecce una “magia” che sappia proiettarle oltre l’uso.  Chiamiamolo creazione, arte, stile, design, noi agli oggetti abbiamo sempre saputo dargli una identità, una forma, un’anima. Questa è la nostra esclusiva eccellenza.

”Ogni giorno il razionalismo cerca di sostituire gli automatismi ai riti… fa come gli struzzi: mette la testa sotto e si ritiene soddisfatto se riesce a drogare milioni di uomini con le “istruzioni per l’uso”. Volevo solo dire che al di la? delle istruzioni per l’uso, gli strumenti sono, nella vita degli uomini, i mezzi con i quali essi compiono o cercano di compiere il rito della vita e se c’e? una ragione per la quale esiste il design, la ragione (l’unica ragione possibile) e? che il design riesce a restituire o a dare agli strumenti e alle cose quella carica di sacralita? per la quale gli uomini possano uscire dall’automatismo mortale e rientrare nel rito.”

Parole del 1962, quelle di Sottsass, concetti che magari paiono lontani a questo tempo di centri commerciali e televendite, ma se, invece non fosse così e scoprissimo che il problema economico dell’oggi fosse unicamente quello che come popolo abbiamo smesso di cercare la “magia” da dare alle cose lasciando che altri popoli ci annichiliscano con le loro istruzioni per l’uso?

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