Dracula: l'uomo prima del vampiro
Nell’inverno del 1431 nacque uno dei personaggi storici più mitizzati di sempre: Vlad III di Valacchia. All'epoca, la Valacchia corrispondeva a una regione dei Carpazi circondata da Transilvania, Serbia, Bulgaria e Moldavia, ed ebbe la particolarità di assumere, nell'immaginario collettivo, i leggendari connotati lugubri e tetri del principe vampiro che l'ha resa celebre in tutto il pianeta. Ovviamente questa è una licenza poetica che non ha nulla di aderente alla realtà del territorio, che invece è verde, rigoglioso e con panorami mozzafiato. Più complicata è la storia (o leggenda?) di Vlad III (o Dracula?). Tutti conoscono le gesta del vampiro più famoso del mondo, ma cosa sta realmente alle origini di questo mito, cosa è avvenuto prima della leggenda?
Vlad III appartenne alla casata Basarab, dinastia principesca locale fondata nella prima metà del XIV secolo, che assicurò alla Valacchia l’indipendenza dal Regno d’Ungheria, rimanendo a essa legata solo da un fatuo rapporto vassallatico. In particolare, Vlad fu membro del ramo basarabide dei Draculesti, una delle due linee di sangue principali della dinastia assieme ai Danesti. La divisione della casata nelle due stirpi avvenne nel 1386 quando, alla morte del principe Dan I, il fratello minore Mircea I salì al trono al posto del nipote Dan II, erede legittimo ma troppo giovane per governare. Ungheria e Impero Ottomano desideravano ardentemente tutta la regione danubiana e furono proprio le loro ingerenze politiche ad accendere le fiamme della discordia tra i discendenti di Dan e Mircea. Dan II spodestò Radu II, figlio di Mircea, e riassunse progressivamente il controllo della Valacchia, costringendo la stirpe rivale a ricorrere, attorno al 1430 circa, a quello che si poteva considerare all'epoca il “male necessario”: l'Impero Ottomano. Dopo aver neutralizzato le forze di Dan, il sultano Murad II si preparò a redistribuire il potere tra i discendenti di Mircea che avevano chiesto il suo aiuto.Tuttavia uno di loro, Vlad II si rivelò portatore di notevoli sventure per i turchi.
Infatti, nonostante le scarse notizie su Vlad II, è certo che egli riconsiderò la posizione della sua schiatta nei confronti del sultano. Non è chiaro il momento preciso, ma è sicuro che Vlad, a seguito della sua costante presenza presso la corte dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, entrò a far parte dell'Ordo Draconis, l'Ordine del Drago, una confraternita di matrice cristiana fondata pochi decenni prima dall'imperatore stesso per combattere i turchi, gli hussiti e per costruirsi una cerchia di nobili fedeli su cui poter contare; Vlad venne dunque soprannominato Dracul, Drago in rumeno antico.
Fu quindi Vlad II a dare il nome alla stirpe basarabide dei Draculesti e a regalare alla posterità un simbolo eterno. Vlad III, riprenderà l'epiteto del padre trasformandolo in Draculea, una sorta di diminutivo di Dracul, ad indicare che egli era suo figlio; Dracula significherebbe letteralmente “progenie del drago”.
Alla morte di Vlad II e del fratello maggiore Mircea, avvenuta tra il 1447 e il 1448, Vlad III (o Dracula) venne liberato dalla condizione di ostaggio presso cui si trovava alla corte del sultano Murad II così da poter riconquistare il regno che fu di suo padre, ora nelle mani dei Danesti filo-ungheresi. Questo non era stato un atto di bontà del sultano nei confronti di Dracula, ma una manovra politica: a Murad non importava che sul trono valacco ci fosse Dracula o un altro, bastava che non fosse un avversario legato al Regno d'Ungheria o all'Impero. Seguirono anni di battaglie, cambiamenti di fazione, rottura di alleanze, peregrinazioni tra i Carpazi; il principato di Dracula non fu mai del tutto sereno o coronato dalla pace.
Durante il suo “soggiorno” presso i turchi Dracula apprese, oltre alle tecniche di combattimento, anche quelle di tortura; inutile dire che la sua preferita divenne l'impalamento. Tepes in rumeno significa appunto impalatore. Fu durante gli eventi del suo secondo principato, tra il 1457 e il 1462 circa, a divenire famoso per questa peculiarità, anche se alcuni annali non attestano l'appellativo prima del XVI secolo.
L'alone di tiranno è invece frutto di una distorsione posteriore; quando Dracula salì al trono nel 1457 circa, il paese versava in uno stato di degrado estremo. L'economia era letteralmente a pezzi, anche a causa delle svalutazioni della moneta ungherese che dagli anni Quaranta del XV secolo indebolì notevolmente i mercati valacchi; la criminalità era alle stelle; l'agricoltura era in perenne calo e i commerci erano quasi inesistenti. I decenni di guerre precedenti avevano dissanguato e piegato la bella Valacchia. Risulta ovvio che in uno scenario del genere, qualsiasi governante avrebbe difficoltà a ristabilire la situazione soltanto con un “guanto di velluto”. Fu necessaria quindi una severità senza precedenti, ma, all'occorrenza, il pugno di ferro di Dracula seppe cedere il passo alla buona politica. La ripresa economica infatti partì dall'ambiente contadino: i villaggi vennero ricostruiti, la produzione agricola venne aumentata, tutto grazie al raggiungimento di un welfare rurale in grado di stabilizzare la situazione ed bloccare la crisi. Le famiglie dell'antica aristocrazia videro i loro poteri notevolmente ridimensionati, in modo da rendere più salda e sicura l'autorità centrale, cosa che fece infuriare i nobili e mise in cattiva luce Dracula ai loro occhi. Messe in sicurezza le terre, il commercio poté riprendersi. Garantiti nuovamente gli scambi interni, Dracula rivolse la sua attenzione all'esercito, che venne potenziato con milizie mercenarie, e creò ex novo una sorta di piccola “guardia nazionale”, composta prevalentemente da contadini richiamabili in caso di guerra. Si prodigò anche per la realizzazione di monasteri e chiese, per i quali attinse anche dal proprio patrimonio personale.
Dal 1459 al 1462, Dracula combatté un'aspra guerra contro il sultano Maometto II e il suo Bey Hamza Pasha. Ne uscì vincitore, ma non poteva sospettare che di lì a poco, il fratello Radu, che era rimasto ostaggio presso i turchi e divenuto praticamente uno di loro, avrebbe assediato e conquistato con successo la fortezza basarabide di Poenari e gran parte della Valacchia, grazie anche all'aiuto dell'aristocrazia locale, insoddisfatta della politica accentratrice di Dracula. Vlad fu costretto a ritirarsi in Ungheria e a chiedere aiuto al re Mattia Corvino che pur di non ricadere in un conflitto aperto contro gli ottomani, accusò Vlad di alto tradimento e lo imprigionò per quasi dieci anni. Dalle segrete di Buda Dracula non poteva sospettare che per Corvino, avere come Bey di Valacchia il rinnegato Radu a un tiro di schioppo dall'Ungheria era comunque troppo pericoloso anche senza una guerra aperta, e di conseguenza venne liberato attorno al 1474, pronto a salire per la terza volta al trono. Radu morì nel 1475 e Vlad nel 1476, con il suo nuovo regno proclamato ufficialmente, partì alla riconquista dei territori valacchi, forte del nuovo alleato ungherese: peccato che morì in battaglia verso la fine dello stesso anno.
Qui la storia deve cedere il passo a qualcosa di più incerto e affascinante. Non si sa che fine abbia fatto il corpo di Dracula. Pare che la testa sia stata tagliata e condotta a Costantinopoli, mentre il resto del corpo giaccia nel monastero di Snagov, a nord di Bucarest. La leggenda continua con Maometto II che ordinò la separazione di testa e membra e l'allontanamento dell'una dall'altra, per evitare che Dracula potesse tornare a camminare tra i vivi. Simpatiche coincidenze, a cui tuttavia va aggiunto il fatto che nel 1933, all'interno della presunta tomba di Vlad a Snagov non sia stato trovato nulla. Chissà se le paure del sultano si sono davvero realizzate.