Agorà del Mediterraneo
Barzio, due giornate di studio attorno al Mare Nostrum, il 18 e 19 luglio
Flussi di popoli in fuga dalla violenza, una geopolitica ridisegnata dal fondamentalismo, modelli di convivenza millenaria in frantumi. Ma anche rivoluzioni incompiute e identità vacillanti: l’area mediterranea è investita oggi da fenomeni epocali, che esigono una lettura lucida e tentativi di risposta all’altezza della sfida.
Il patrimonio di relazioni e conoscenze cresciuto nei secoli lungo le rotte del Mare di Mezzo ha faticato, in questi anni, a offrire chiavi di lettura efficaci delle dinamiche generate dalla globalizzazione – con le sue derive di squilibri e diseguaglianze – e non ha saputo proporre un nuovo progetto comune di fronte all’emergere potente, a volte violento, delle identità locali che si liberavano da un ordine mondiale in disgregazione.
Oggi, tuttavia, il Mediterraneo si ritrova, nel bene e nel male, “al centro del mondo”. «Partire proprio dalla comune identità mediterranea rappresenta dunque un’opportunità preziosa per offrire un contributo originale all’analisi del presente. L’obiettivo è identificare linee guida per la costruzione di un nuovo equilibrio regionale, che garantisca stabilità e tuteli la dignità degli uomini», spiega Chiara Zappa, giornalista esperta di politiche e culture del Mediterraneo, coordinatrice scientifica di Agorà.
Due giornate di studi attorno al Mare Nostrum.
Si pone come uno stimolo a questa riflessione l’evento organizzato dall’Associazione Centro Orientamento Educativo - COE nella splendida cornice di Barzio, tra il lago e i monti lecchesi. Sabato 18 e domenica 19 luglio – con un’inaugurazione aperta al pubblico nella serata di venerdì 17 – studiosi, attivisti, uomini di cultura e di fede si confronteranno a tuttotondo: dal quadro geopolitico all’arte e la letteratura, dal ruolo delle religioni al dramma delle migrazioni forzate.
Numerosi i protagonisti di primo piano che porteranno il proprio contributo. Se a delineare un possibile protagonismo per l’area mediterranea sarà il ricercatore dell’Ispi Paolo Maggiolini, mentre Wael Farouq (Università americana del Cairo) e Paolo Branca (Università Cattolica di Milano) approfondiranno le sfide per l’islam, alla tavola rotonda su “Le acque agitate del Mare di Mezzo: una prospettiva culturale” interverranno lo storico Franco Cardini, l’attivista e scrittrice marocchina Jamila Hassoune e lo scrittore iracheno Younis Tawfik.
Domenica mattina spazio invece alla situazione dei cristiani, con un focus speciale sul Medio Oriente. Tra le testimonianze, spicca quella di mons. Maroun Lahham, Arcivescovo vicario del Patriarca di Gerusalemme dei Latini per la Giordania, che porterà la voce di una comunità vivace quanto in emergenza, al crocevia delle tensioni che attraversano la regione. La situazione del cristiani egiziani, invece, sarà al centro dell’intervento del rappresentante della Diocesi copta ortodossa di Milano.
Un’intera sessione della due giorni residenziale sarà dedicata all’urgente questione dell’immigrazione. A confrontarsi saranno Antonio Cuciniello della Fondazione Ismu, l’eurodeputato Antonio Panzeri (presidente DMag), il portavoce di Concord Italia Francesco Petrelli.
I panel tematici si concentreranno su attivismo femminile, impresa e lavoro, cibo e identità.
Numerosi i momenti aperti al pubblico. Tra questi anche la cena di sabato 18 luglio, con specialità della gastronomia di vari Paesi del Mediterraneo. A seguire, una performance di musica tradizionale spagnola, greca e balcanica a cura del duo El Rosch.
«Siamo molto contenti di presentare questo importante seminario di studio sul Mediterraneo» sottolinea Rosa Scandella, Presidente COE. «L’idea è maturata dal desiderio di far convergere persone e realtà che da tempo hanno avviato un confronto e studi internazionali su quel “mondo” che, sebbene già esplorato, resta ancora da scoprire nelle sue storie, culture, sfide. L’invito a partecipare è esteso a tutti, dai giovani studenti ai volontari di organizzazioni non governative, dalle associazioni non profit ai professionisti degli enti locali, dagli imprenditori a coloro che hanno semplicemente la voglia di immergersi – magari per la prima volta – nelle pluralità del Mediterraneo. Sono certa che le due giornate di studio rappresenteranno un’occasione di dialogo vivace che ci farà crescere e che darà qualche frutto».