Ada Lovelace: la prima “softwarista” della storia celebrata con una mostra a Londra
Al Museum of Science di Londra la nuova mostra temporanea inaugurata in occasione dell'Ada Lovelace Day
Se avete intenzione di passare un weekend fuori dagli schemi, e avete già visitato Londra come turisti, o se vi doveste recare a Londra per altri motivi, e poteste ritagliarvi del tempo per un evento culturale, potreste scegliere di andare a visitare la Mostra che lo Science Museum di Londra dedica ad Ada Lovelace, matematica di inizio Ottocento, grazie alla quale oggi esistono i computer.
Il 13 Ottobre di ogni anno si celebra l’Ada Lovelace Day, un giorno noto soprattutto agli studiosi o agli appassionati di matematica, scienza e computer. E’ un giorno nel quale si ricordano le donne che hanno dato un grande contributo alla scienza, alla tecnologia, alla matematica e all’ingegneria, nella speranza che, accendendo i riflettori su tali personaggi e aumentando la loro visibilità, essi possano ispirare le future generazioni di donne nei cosiddetti settori STEM: Science, Technology, Engineering, Mathematics.
L’Ada Lovelace Day è stato istituito nel 2009 da Suw Charman-Anderson, e parte della motivazione risiede nel fatto che le donne nella tecnologia sono poche e poco visibili. L’idea più che sottolineare il problema, ha dato risalto alle donne “invisibili”, e vuole gridare al mondo tutte le sorprendenti scoperte e gli obiettivi che hanno raggiunto con il loro lavoro. Ada Lovelace è stata la scelta più ovvia per fare da mascotte in questo intento.
Ada era la figlia di Lord Byron, che si separò dalla moglie dopo un solo mese dalla nascita della figlia, e Lady Byron, che, non apprezzando la svagatezza poetica dell’ex marito, volle che la figlia avesse un’istruzione e una vita diverse da quella dal padre. Ada ricevette quindi un’istruzione basata sulla matematica e la musica, tutte discipline considerate dalla madre adatte a contrastare le pericolose tendenze poetiche potenzialmente ereditate dal padre, a differenza della quasi totalità delle ragazze che a quei tempi avevano la fortuna di ricerverne una. Già nel 1828 divenne chiaro che Ada avrebbe avuto un futuro da scienziata: produsse a 13 anni il progetto per una macchina volante. Fu la matematica però a donare le ali alla sua vita.
Ancora oggi, le donne che affrontano studi negli STEM e che avviano la loro carriera all’interno di quei settori sono molto poche e affrontano le difficoltà tipiche delle aree lavorative in cui la presenza femminile è quasi nulla: ovvero difficoltà ancora maggiori che nei settori dove le donne sono abbondantemente presenti.
Il 13 Ottobre, lo Science Museum di Londra ha dedicato una mostra ad Ada Lovelace, curata dalla dottoressa Tilly Blyth, che spera, con questa mostra, di ridare vitalità alla storia della figlia di Lord Byron, a 200 anni dalla sua nascita, mettendo in mostra ciocche di suoi capelli, ritratti, lettere, artefatti, per mettere in evidenza soprattutto il suo aspetto di essere umano. Essere umano che non era privo di difetti, anzi: conduceva relazioni tempestuose con uomini, alcol e scommesse. Ma questo non le impedì di essere una grande scienziata, anche se i suoi successi ai suoi tempi ebbero un impatto limitato.
I circoli sociali frequentati da Ada e dalla madre, Lady Byron, vedevano fra i protagonisti anche
Charles Babbage, professore di matematica all’Università di Cambridge, conosciuto
come l’inventore del Motore a Differenza, una macchina per i calcoli assai
elaborata, che lavorava con il metodo delle differenze finite.
Ada lo incontrò nel 1833 e i due intrecciarono una fitta corrispondenza sulla matematica, la logica e altre materie. Quando Babbage iniziò a lavorare a una nuova grande macchina computazionale, il Motore Analitico, i suoi sostenitori non lo supportarono, dato che la prima macchina non era ancora finita, ma trovò dei sostenitori all’estero. Nel 1842 il matematico italiano Luigi Menebrea pubblicò una memoria in francese, per una rivista svizzera, sul Motore Analitico. Babbage chiese ad Ada di fare da traduttrice e per un periodo di 9 mesi, fra il 1942 e il 1943, Ada lavorò febbrilmente all’articolo e a una serie di propri appunti in appendice.
Fra gli oggetti in mostra al museo c’è anche una delle carte perforate del tipo contenuto nei progetti di Babbage per il Motore Analitico, l’antenato, appunto, del computer moderno, e anche un umile bloc notes ricoperto di carta marmorizzata: la traduzione fatta da Ada del saggio di Luigi Menabrea del 1842 sulle idee di Babbage. I suoi appunti ricoprono un numero di pagine assai più numeroso dell’articolo originale e contengono anche delle istruzioni per l’uso del Motore Analitico. Ada si reputava un’analista e metafisica e la combinazione delle due cose emerge da questi suoi appunti. Ella comprese benissimo i progetti della macchina e fu anche migliore di Babbage nell’evidenziarne e prevederne le possibilità di uso.
Con questa mostra la curatrice vorrebbe anche sottolineare il lavoro di comunicatori, traduttori e assistenti che viene spesso sottovalutato e che ai tempi era quello maggiormente ricoperto dalle donne nella scienza.
Ma spera anche che la mostra possa sottolineare la vera eredità lasciata da Ada: mentre Babbage pensava alle diverse equazioni che la macchina poteva risolvere simultaneamente, quello che lei vedeva, come ermerge dai suoi personalissimi appunti, non era solo una serie di numeri, bensì una serie di simboli e, di conseguenza, musica e lettere, e pensava che la macchina potesse, una volta completata, calcolare una serie indefinita di cose diverse, anticipando la programmazione dei computer e perfino la possibilità di produrre musica generata dalla macchina.
Ada Lovelace divenne la prima programmatrice di computer a essere pubblicata, ma la macchina non fu mai finita. Tuttavia ci lasciò in eredità la sua profezia dell’avvento dell’era dei computer.