Dal marmo alla carne

Il 7 dicembre 1598 nasce a Napoli Gian Lorenzo Bernini, uno dei più versatili artisti italiani, secondo solo a Da Vinci, e forse il più grande scultore del suo tempo. Ancor più che Michelangelo, la storia lo ricorda infatti come colui che riuscì a trasformare il marmo in carne.

Il talento artistico che rese Bernini famoso dovette superare molteplici ostacoli prima di poter assurgere a una meritata affermazione nazionale. La bellezza quasi insuperabile di opere come Apollo e Dafne furono oggetto di aspre critiche da parte del mondo ecclesiastico, dei cardinali, secondo i quali le figure di Bernini contenevano un'eccessiva realtà e una smodata sensualità, caratteristiche inadatte alle decorazioni delle dimore degli uomini di chiesa.

Bernini era l'ennesimo Caravaggio da osteggiare. A differenza del Merisi, Bernini non cedette agli oppositori e con la sua azione artistica fu veramente in grado di cambiare una città come Roma, e per farlo si servì solo dei talenti che la natura e Dio gli concessero.

Parte della sua maestria la dovette però anche al padre Pietro, scultore originario di Sesto Fiorentino, che con grande lungimiranza percepì  la fine della stagione aurea dell'arte rinascimentale di Firenze, ormai chiusa su stessa e sul proprio glorioso passato. Per questo motivo, nel 1584 partì per Napoli, una città decisamente più aperta al mondo, dinamica e disponibile ad accogliere il futuro. La Certosa di San Martino, uno dei tanti posti dove Pietro lavorò a Napoli, fu anche il cantiere dove il figlio Gian Lorenzo ebbe il suo battesimo del fuoco in campo artistico. 

Le lunghe ore passate ad osservare il padre all'opera con martello e scalpello fecero germogliare in Gian Lorenzo il seme del suo destino artistico, portandolo all'età di appena otto anni a scolpire una testa di un puttino. Se il genio non c'era ancora, stava sicuramente per risvegliarsi, pronto a seguire la strada che l'avrebbe portato al culmine della sua produzione con l'immortale affondo della possente mano di Plutone nella tornita coscia di Proserpina: il Ratto di Proserpina, 1621-1622.



Esposizioni a confronto
Uno dei quadri della personale di Carla Bruschi
"Un'inquieta sernità del visibile", la mostra curata dal Critico d'Arte Lorenzo Bonini alla Umanitaria di Milano
Paesaggio N.8, acquarello su cartoncino, 36x51 cm, 2015
Tanto più forte l'arte imita la vita, quanto più forte la vita imita l'arte.
danseur blanc I, pastello bianco su cartoncino 35x50, 2016, Canosso
La bellezza di un corpo, che innocente, balla al chiaro di luna
Dimensioni 24x32 cm, acquarello su carta, 2013.
Una mostra per ricordare l'arte e l'impegno del pittore e poeta recentemente scomparso, Giovanni Torres La Torre
La ripresa delle attività è una liberazione
Giornata dei lavoratori.
Il settimo appuntamento del