Banche e crisi, oggi come una volta

Il 13 novembre 1312 nacque presso il Castello di Windsor, in Inghilterra, Edoardo III Plantageneto. Si distinse per un sublime acume bellico e tattico sul piano degli esteri. Meno fortuna ebbe negli affari interni del regno, causando una delle più gravi crisi finanziarie europee della storia.

Edoardo III, re d'Inghilterra dal 1327, tra le tante operazioni politiche che dovette affrontare nel corso del suo dominio ci fu la rivendicazione del trono di Francia. Le pretese si basavano sulla sua discendenza dalla madre Isabella, unica figlia superstite del re capetingio Filippo IV. Alla morte dell'ultimo parente più vicino per legami di sangue a Filippo IV, Edoardo poté  effettivamente pensare di avanzare le sue pretese presso il concilio dei maggiorenti del regno di Francia. Tuttavia questi ritennero più opportuno eleggere Filippo VI di Valois, nipote del precedente re Filippo III, invece di uno straniero, per quanto imparentato con i capetingi. Inoltre la Francia aveva una fastidiosissima linea politica di alleanza con la Scozia, dando all'Inghilterra anche il disturbo di dover tenere a bada gli affari della corona nelle Highlands.

A un primo e breve momento di accettazione, seguì l'immediata rappresaglia inglese, partendo proprio dal settore economico e commerciale. Edoardo impose il divieto di vendere la preziosa lana inglese nei mercati delle Fiandre, causando serie difficoltà ai lavoratori di pannilana che si trovarono senza materia prima. Successivamente pianificò una serie di alleanze che avrebbero alimentato le tensioni fino allo scoppio della Guerra dei Cent'Anni.

Col procedere del conflitto, che sembrava non avere più fine, la corona inglese dovette andare incontro a spese sempre maggiori. Verso la metà del XIV secolo, i banchieri italiani, in particolare quelli di origine fiorentina, conducevano i loro affari in tutta l'Europa, specialmente presso la corte di Edoardo. In particolare le due grandi compagnie dei Bardi e dei Peruzzi, avevano un posto privilegiato come banchieri del re d'Inghilterra. Edoardo, nel momento di più alta difficoltà economica ricorse alla liquidità di questi suoi prestatori, che furono costretti a versargli una somma di 900.000 fiorini per continuare a finanziare la sua guerra. I Bardi e i Peruzzi erano consapevoli della destinazione del denaro, del conflitto in corso, delle spese di corte che avrebbero aumentato il rischio di insolvenza, ma non poterono comunque rifiutare il prestito poiché Edoardo li avrebbe subito rimpiazzati con altre compagnie. L'insolvenza del re venne presto alla luce e l'effetto domino fu devastante su tutta la linea: Bardi, Peruzzi e tutte le compagnie minori che avevano investito nei due colossi fiorentini persero una quantità enorme di denaro, determinando forse la più grande crisi finanziaria dell'età preindustriale. Ancora nel 2008, attraverso dinamiche diverse, si verificò nuovamente il medesimo concetto di base: si prestò denaro a personaggi sbagliati e le banche, per la loro posizione, ebbero il ruolo di diffusori della crisi, stavolta a livello non europeo, bensì globale.

Esposizioni a confronto
Uno dei quadri della personale di Carla Bruschi
"Un'inquieta sernità del visibile", la mostra curata dal Critico d'Arte Lorenzo Bonini alla Umanitaria di Milano
Paesaggio N.8, acquarello su cartoncino, 36x51 cm, 2015
Tanto più forte l'arte imita la vita, quanto più forte la vita imita l'arte.
danseur blanc I, pastello bianco su cartoncino 35x50, 2016, Canosso
La bellezza di un corpo, che innocente, balla al chiaro di luna
Dimensioni 24x32 cm, acquarello su carta, 2013.
Una mostra per ricordare l'arte e l'impegno del pittore e poeta recentemente scomparso, Giovanni Torres La Torre
La ripresa delle attività è una liberazione
Giornata dei lavoratori.
Il settimo appuntamento del