Il fascino intatto di Palazzo Cuttica: un capolavoro storico tra memoria e meraviglia

Il Palazzo Cuttica di Alessandria rappresenta una delle dimore nobiliari più importanti e suggestive della città. Nonostante i numerosi cambi di destinazione d'uso nel corso dei secoli, l'edificio conserva ancora oggi un notevole apparato decorativo, che ne racconta lo splendore originario e l’evoluzione nel tempo.

La storia del Palazzo: dalle origini Settecentesche ai diversi volti

La costruzione dell’imponente Palazzo Cuttica di Alessandria si deve all’omonima famiglia, di origini milanesi, che nel corso del tempo acquisì grande prestigio nella città. Già nel Seicento si ha notizia di abitazioni appartenenti ai Cuttica nella zona, ma la realizzazione del palazzo vero e proprio risale probabilmente alla fine di quel secolo, con il completamento dell’edificio nei primi decenni del Settecento.
La dimora è contemporanea al vicino Palazzo Ghilini e la sua edificazione si inserisce in un contesto di competizione architettonica tra due influenti famiglie patrizie. Studi recenti hanno individuato una prima fase costruttiva nell’ultimo quarto del XVII secolo, testimoniata da un capitolato datato 18 settembre 1679 relativo alla costruzione di una “nuova fabbrica del palazzo”. Una seconda fase, altrettanto significativa, risale al 1731 e si lega a una controversia tra il marchese Cesare Cuttica e il cugino Tommaso Ghilini, che influenzò direttamente lo sviluppo architettonico dell’edificio.
Il palazzo presenta uno stile Barocco con influenze classiciste. Tra le sue caratteristiche architettoniche più notevoli vi sono la coppia di cariatidi che fiancheggia il portone su via Parma, il grande scalone d'accesso e l'ampio vestibolo che lo suddivide in due ali principali. L'ala occidentale, che oggi ospita le raccolte del Museo Civico, ha conservato splendidamente le caratteristiche di un appartamento patrizio, con saloni decorati a stucchi e un salottino cinese. La parte orientale, più sobria e vasta, accoglie le aule e gli uffici del Conservatorio.
Nel corso dei secoli, Palazzo Cuttica ha attraversato numerose trasformazioni, riflettendo le complesse vicende storiche di Alessandria. Nato come residenza nobiliare e centro della vita mondana nel Settecento, fu frequentato da esponenti dell’élite culturale e intellettuale dell’epoca. Con l’arrivo delle truppe napoleoniche, l’edificio assunse nuove funzioni, divenendo dimora di alti ufficiali francesi, tra cui i generali François de Chasseloup-Laubat e Hyacinthe François Joseph Despinoy. Nel 1806, per volontà del sindaco Jules Bacciocchi, venne designato come sede provvisoria della Prefettura del Dipartimento di Marengo, confermando il ruolo strategico del palazzo nella vita amministrativa della città. Tra il 1805 e il 1814, il palazzo fu anche teatro di due visite di rilievo da parte di Papa Pio VII, che vi soggiornò al ritorno dalla Francia, dopo l’incoronazione di Napoleone, e successivamente al termine del suo esilio. Infatti, nel 1809, a seguito dell’annessione dello Stato Pontificio all’Impero francese, Napoleone ordinò l’arresto del pontefice. Pio VII fu condotto prima a Savona, dove rimase in isolamento per diversi anni, e in seguito trasferito a Fontainebleau, presso la corte imperiale. L’esilio si concluse nel 1814, con la caduta di Napoleone e il ritorno del Papa a Roma.

Con il declino della famiglia Cuttica, anche il palazzo ne seguì le sorti. Nel 1812 fu ceduto al marchese Durazzo di Genova e, pochi anni dopo, tra il 1821 e il 1824, passò nelle mani di Bartolomeo Ferrari di Ovada, un esponente della borghesia emergente. Nel 1853 l’edificio venne infine acquistato dall’Amministrazione Comunale, a cui appartiene ancora oggi.
Nel corso del Novecento, le sue sale ospitarono gli Uffici Giudiziari fino al 1955. In seguito a interventi di restauro, gli ambienti vennero adattati per accogliere l’Istituto Musicale, antesignano dell’attuale Conservatorio Statale di Musica “Antonio Vivaldi”. Oggi il palazzo ospita, oltre al Conservatorio e alla scuola media annessa, una sezione del Museo Civico, diversi uffici comunali e la sede della Società di Storia, Arte e Archeologia.
L’interno del palazzo conserva ancora intatto il suo ricco apparato decorativo, testimone del periodo di massimo splendore. Tra gli elementi di maggior pregio si distinguono le porte intagliate, le boiseries, le specchiere e le consolle d’epoca. Particolarmente interessanti sono le decorazioni sopra le porte, che riflettono una varietà di gusti e influenze: da una parte si notano richiami alla scuola piemontese dei bamboccianti, con riferimenti ad artisti come Pietro Domenico Olivero e Michele Graneri, dall’altra emergono suggestioni riconducibili alla tradizione pittorica ligure.

La famiglia Cuttica: origini e ascesa

La famiglia Cuttica, artefice della costruzione e ideazione del palazzo, ha origini milanesi, ma si stabilì ad Alessandria già nel Quattrocento. Un momento fondamentale nella loro storia fu nel 1579, quando Cesare Cuttica fu investito del feudo di Cassine con il titolo di marchese. Già nel Seicento, la famiglia possedeva delle case nella zona precisa di Alessandria dove oggi sorge il palazzo. È su queste preesistenze che, verso gli anni '90 del Seicento, iniziarono i lavori di unificazione e organizzazione su un'unica struttura, che avrebbero poi portato alla nascita del Palazzo Cuttica.

Il Museo Civico e le sue preziose collezioni

Il Museo Civico di Alessandria, istituito nel 1854 grazie alla donazione della collezione del notaio Antonio Maria Viecha, occupa oggi un’importante ala di Palazzo Cuttica. Al suo interno, i percorsi espositivi propongono una selezione significativa di opere provenienti dalle raccolte civiche, offrendo uno sguardo articolato sul patrimonio storico e artistico della città.
Tra gli spazi più rappresentativi del Museo Civico di Alessandria, spiccano alcune sale che custodiscono memorie di figure illustri e autentici capolavori dell’arte sacra.

Le sale dedicate a San Pio V con corali miniati e paramenti liturgici

Questa stanza evoca la figura di San Pio V, unico papa piemontese, originario di Bosco Marengo, nell’Alessandrino. Nato Michele Ghislieri, il pontefice volle fondare nella sua terra un grande convento domenicano, affidandone la decorazione ad alcuni dei più raffinati artisti attivi nella Roma del Cinquecento.
Nelle sale del museo sono oggi esposti i preziosi corali miniati appartenenti al convento di Santa Croce di Bosco Marengo: una straordinaria raccolta di circa quaranta volumi realizzati intorno al 1560, veri e propri capolavori della miniatura rinascimentale. Accanto ad essi, trovano posto i paramenti sacri legati alla figura del pontefice, tra cui spicca un magnifico piviale impreziosito da ricami in filo d’oro, opera di un esperto artigiano piemontese. 

La sala del Cinque e Seicento: la grande pittura sacra nel Monferrato

Un altro nucleo di grande rilievo è rappresentato dalla sala dedicata alla pittura sacra tra Quattrocento e Seicento, che raccoglie tre pale d’altare fondamentali per la storia artistica del Monferrato alessandrino. Tra queste, si distinguono il Trittico dell’Annunciazione, datato 1497 e attribuito al Maestro del San Guido di Acqui (forse identificabile con Galeotto Nebbia?), e il Polittico dell’Incoronazione della Vergine di Gandolfino da Roreto.
Di particolare valore è L’Immacolata con i Santi Francesco e Antonio da Padova di Carlo Francesco Nuvolone, proveniente dal convento dei Cappuccini di Tortona. L’opera è uno dei più significativi esempi di pittura sacra lombarda presenti nelle collezioni del museo, e testimonia l’ampio respiro culturale e devozionale della regione tra Seicento e primo Settecento.

Il percorso espositivo del Museo Civico si arricchisce di diverse sezioni di grande interesse:
  • Gli arazzi: la prima sala ospita due raffinati arazzi fiamminghi della seconda metà del XVII secolo, che illustrano scene tratte dagli “Atti degli Apostoli”, offrendo un vivido racconto visivo della tradizione religiosa.
  • La collezione archeologica di Negro Carpani: composta da oltre mille reperti, questa raccolta copre un arco temporale vastissimo, dall’età del bronzo fino alla dominazione gota. Tra i pezzi più significativi si trovano vasi, urne funerarie provenienti dalle necropoli di Dertona (l’odierna Tortona) e frammenti di decorazioni marmoree appartenenti a domus aristocratiche.
  • La Sala Napoleonica: interamente dedicata a Napoleone Bonaparte e alla storica Battaglia di Marengo del 1800, questa sala espone preziosi cimeli, tra cui le stampe di Giuseppe Pietro Bagetti e il cartone originale dell’“Apoteosi di Napoleone” realizzato da Francesco Mensi.
  • Il Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne: Fondato nel 2004, raccoglie circa 2000 stampe che spaziano da mappe e vedute cittadine a incisioni di artisti contemporanei, rappresentando un patrimonio grafico di grande valore documentario e artistico.
  • Il Mappamondo Zodiacale: Tra gli oggetti più suggestivi vi è un antico mappamondo decorato con i segni zodiacali, che unisce la scienza geografica all’arte simbolica, riflettendo la visione cosmologica dell’epoca.

Il Palazzo Cuttica, con il suo straordinario patrimonio storico e artistico, rimane un punto di riferimento culturale fondamentale per Alessandria, un luogo dove il passato nobiliare si intreccia con la vitalità della vita museale contemporanea. 
Stefano Brigati

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