Cambiare il futuro col Pacifico
Il 28 novembre 1520, Ferdinando Magellano fa il suo ingresso nell'oceano Pacifico. Il progetto di circumnavigare il pianeta conduce il navigatore portoghese verso una delle più grandi imprese che il mondo dell'esplorazione abbia mai conosciuto.
L'esperienza di Magellano durò appena tre anni, ma ebbe ripercussioni colossali, in tutti i settori: qualcuno aveva ufficialmente dimostrato che il pianeta era circumnavigabile e ogni lembo di terra, dai continenti alle isole erano raggiungibili via mare.
Parte da Siviglia il 10 agosto del 1519 con cinque navi e un sogno: guardare oltre il Nuovo Mondo. Il 28 novembre dell'anno successivo, l'esploratore scopre, all'estremo meridionale del Sudamerica, un passaggio che collega l'oceano Atlantico a un altro oceano ancora più vasto, che egli stesso nominerà "Pacifico"; lo stretto di Magellano è un angusto percorso che attraversa la Terra del fuoco, tra Cile e Argentina, e che evita di dover raggiungere la punta del continente sudamericano per passare dall'altra parte, ma al prezzo di molta fatica, in quanto il corso d'acqua conduce verso sponde molto frastagliate e strette, soprattutto in prossimità dello sbocco sul Pacifico. Magellano non era assolutamente certo dell'esistenza di questo canale, ma trovarlo significava scoprire una via marittima diretta verso l'Asia, la stessa tanto sognata e cercata da Colombo; una volta trovata, e a questo punto con l'evidenza di un mappamondo, si sarebbe potuto dimostrare che le Molucche, l'Indonesia, e tutte quelle terre delle spezie, appartenevano a quella metà di mondo che il trattato di Tordesillas aveva decretato spagnola. Il 7 giugno 1494, questo trattato divise letteralmente il mondo (al di fuori dell'Europa) in due giurisdizioni, una appartenente alla Spagna e una al Portogallo; la divisione avvenne tracciando una linea in mezzo all'Atlantico che però continuava dall'altro lato del pianeta; spagnoli a ovest, portoghesi a est. Se gli spagnoli fossero riusciti a raggiungere l'altro lato da ovest, via mare, avrebbero potuto constatare che le isole delle spezie stavano nel loro emisfero di competenza, sottraendole al controllo portoghese. A Carlo V non pareva vero avere un'opportunità del genere e il fatto che il promotore del progetto fosse proprio un portoghese rinnegato come Magellano non lo toccò minimamente; era un periodo in cui se si scommetteva su un navigatore, spessissimo si rientrava abbondantemente dell'investimento: Colombo, Vespucci, giusto per fare due nomi.
Nel 1522 una sola nave, delle cinque partite da Siviglia, fece ritorno in patria; Magellano morì durante il viaggio senza lasciare memorie, ma portò comunque a compimento un'impresa titanica, che non fu solamente la scoperta della possibilità di circumnavigare il globo, bensì quella di assumersi la responsabilità di rischiare tutto, vita compresa, in un progetto basato sulla speranza di un futuro, se non migliore, quantomeno differente. E' a causa del coraggio di certi individui, della loro volontà di cambiare le cose nonostante tutti i rischi connessi, che ancora oggi raccontiamo delle loro gesta.
28 novembre 2016