Il nome della rosa

Pochi casi polizieschi hanno avuto il medesimo successo di quello che coinvolse Guglielmo da Baskerville e il suo creatore Eco. Il nome della rosa, infatti, è sì un romanzo storico, molto complesso, ma è anche una storia di delitti e indagini a tutti gli effetti, calata in un contesto storico medievale.

In sette giorni, Eco sguinzaglia un assassino per i meandri di un’abbazia benedettina del nord Italia, manda Guglielmo, monaco inglese, a indagare, e dopo avergli fatto attraversare intrighi, pericoli e rivelazioni porta a compimento l’indagine, tutto all’interno di quelle mura tetre e oscure che rievocano il clima dei romanzi gotici.


È un romanzo storico, calato in un contesto storico reale, abitato da personaggi fittizi che a volte vengono accompagnati da personaggi reali, come in questo caso l’imperatore Ludovico il Bavaro. In questo modo, attraverso il racconto di fantasia, emerge comunque la ricostruzione storica di quell’Italia medievale lacerata dalle lotte di fazione sovra-regionali tra Papato e Impero.

Come uno Sherlock Holmes medievale che usa la scienza della deduzione per risolvere gli enigmi, Guglielmo (da Baskerville appunto) ingaggia col lettore una corsa contro il tempo, per vedere chi dei due riesce a rintracciare più in fretta gli indizi che Eco ha disseminato per l’abbazia, dando vita non a una lettura, ma a un vero dialogo e una vera relazione dinamica tra opera e fruitore.

Esposizioni a confronto
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Tanto più forte l'arte imita la vita, quanto più forte la vita imita l'arte.
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La bellezza di un corpo, che innocente, balla al chiaro di luna
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Una mostra per ricordare l'arte e l'impegno del pittore e poeta recentemente scomparso, Giovanni Torres La Torre
La ripresa delle attività è una liberazione
Giornata dei lavoratori.
Il settimo appuntamento del